Sempre prevalenti le ragioni della speranza


di Vittorio Villa 
Le esortazioni evangeliche di Papa Francesco e le profonde riflessioni sviluppate nell’intervento di Marco Bonarini, mi hanno aiutato a gestire le amarezze ed a considerare, nel senso del mio impegno di volontario appassionato delle Acli, sempre prevalenti le ragioni della speranza.
Viviamo una situazione di forte preoccupazione. Per la gravità degli impatti dei tagli previsti sui servizi e in particolare sul Patronato e per le difficoltà di costruzione e gestione di proposte unitarie, considerate le esplicite diversità di visioni sulle cause della crisi, sulle prospettive del Movimento e le forti connessioni tra le due questioni.
La gravità dell’impatto dei tagli sul Patronato, con la consapevolezza delle pesanti conseguenze sui lavoratori e sulla tenuta organizzativa del movimento, obbliga ad intraprendere con urgenza azioni di contenimento dell’emergenza ma anche ad adeguare con decisione l’offerta dei servizi ai cittadini, alle famiglie, alle imprese e alle comunità.
La prospettiva secondo cui muoversi credo debba essere quella di favorire lo sviluppo della sussidiarietà tra servizi pubblici e sociali, di attivare risposte che intercettino sempre meglio i crescenti bisogni presenti nella comunità, di chiedere il concorso dei cittadini stessi nella costruzione e realizzazione di nuovi servizi.
Affinchè questo sia possibile, arrivando anche in sede congressuale ad approvare modifiche statutarie in grado di dare sostanza alle scelte di innovazione e semplificazione già molto argomentate dagli interventi del blog, credo che nel prossimo periodo sarà necessario prestare specifica attenzione al superamento delle difficoltà che impediscono di costruire e gestire proposte unitarie. E di consolidare, anche in situazione di eventuale divergenza, una sufficiente base di consenso sulle riforme. E credo in questo sia indispensabile disinnescare dinamiche personalistiche o autoreferenziali e promuovere un atteggiamento di dialogo, umiltà e perseveranza.
Pur in una situazione articolata, mi pare emerga l’elemento comune della consapevolezza dell’esigenza (imprescindibile ed urgente) di adeguare la proposta associativa e dei servizi alle caratteristiche delle società complesse e secolarizzate, valorizzando le conoscenze e le reti di relazioni sviluppate da servizi ed associazioni specifiche. Rispetto a questo credo sia utile dare sviluppo (in termini sia di processo che di contenuto) alle proposte formulate unitariamente nella fase di preparazione dell’Assemblea Straordinaria ed a quelle emerse ora dal Gruppo di lavoro.
Ragionando sulle piste di lavoro ed interloquendo con quanto letto finora sul blog, mi è venuto spontaneo considerare l’importanza delle correlazioni e delle reciproche influenze tra attività di ricerca e studio, formazione (dei dirigenti, degli associativi, dei lavoratori, dei cittadini) ed attività della associazione.
La ricerca e lo studio delle trasformazioni scientifiche, culturali, produttive, sociali e politiche e dei loro effetti sulle condizioni di vita delle persone è sempre più importante per aggiornare e qualificare la proposta associativa. E sempre più evidenza la necessità di non sprecare le opportunità offerte dalle tecnologie informatiche dagli approcci interdisciplinari e dai lavori di rete.
La formazione (sia essa di dirigenti, operatori o cittadini) non può che essere mirata in primo luogo alla presa di coscienza. Dei propri limiti strutturali, delle potenzialità (espressive, cognitive ed operative), della necessità imprescindibile dell’incontro con l’altro e della capacità di interazione e integrazione delle diversità. Perché solo questo può portare alla produzione di valori aggiunti e allo sviluppo economico e sociale delle comunità. E la produzione di valore aggiunto è possibile solo con azioni collegate ad un significato ed a obiettivi etici.
Le proposte associative sono in grado di contribuire allo sviluppo della comunità solo se attivano e valorizzano tutte le sensibilità, competenze ed esperienze presenti in associati, cittadini, operatori e dirigenti dell’associazione intesa nel suo complesso. Solo se sono in grado di sviluppare le interazioni tra le parti e tra i punti di vista, inserendole in un quadro complessivo orientato.
Superare i ritardi accumulati non è questione solo di rivisitazione organizzativa. Richiede anche un aggiornamento degli obiettivi politici e progettuali.   Partecipare alle dinamiche sociali, politiche ed ecclesiali. Rappresentare le istanze di lavoratori e categorie sociali che faticano ad esprimere le loro potenzialità e a far fronte ai loro bisogni primari. Promuovere l’esercizio della cittadinanza economica, sociale, politica.
Concordo che dal punto di vista organizzativo sia necessario avvalersi di una struttura di governance ben definita e legittimata, che assuma la visione e il governo di insieme e tenga a questo livello gli impegni per le attività di studio, ricerca, innovazione, progettazione, proposta politica e relazioni con le istituzioni e le altre organizzazioni della società civile e si avvalga di un’area associativa e di un’area di raccordo delle attività delle imprese sociali. La prima in particolare deve favorire lo sviluppo del lavoro di rete di realtà di base leggere, raccordate al territorio, costituite da cittadini che si associano per valorizzare le loro sensibilità, esprimere le loro potenzialità e partecipare attivamente all’organizzazione della società; impegnate a valorizzare le opportunità di qualificare le loro attività e che si avvalgono delle competenze di “animatori sociali“ che favoriscano il raccordo con la scuola, l’inserimento lavorativo e lo sviluppo di alleanze con le Istituzioni locali.
Sottolineo che l’apporto dei volontari va valorizzato, promosso e sostenuto come valore specifico aggiunto in entrambe le aree. E l’opportunità di mettere a tema il ruolo che la Fap (in quanto specifica realtà di sindacato di pensionati) può svolgere all’interno del sistema. 
Credo inoltre che nel ragionamento complessivo vadano considerati i processi legislativi di riordino di Enti Locali (per individuare i criteri con cui procedere ad accorpare le strutture provinciali che non hanno volumi di attività sufficienti a sostenere una autonomia organizzativa, e a sviluppare l’organizzazione di coordinamento delle potenzialità dei circoli e delle strutture di base) di riforma del Terzo Settore (per identificare le norme da innovare per favorire lo sviluppo e l’interazione tra le parti. Anche prestando attenzione alla flessibilità richiesta dalle frequenti innovazioni delle leggi) in ambito europeo (anche in termini di opportunità da cogliere e di processi della società civile internazionale in cui inserirsi). Tutti processi che non sono semplicemente da assumere ma rispetto ai quali le Acli (come è sempre stato per molte leggi in precedenza) possono giocare un ruolo libero, attivo e propositivo contribuendo con proposte coraggiose e di ampio sguardo a disegnare un sistema istituzionale e di welfare più avanzato.
Ho maturato ormai da tempo la convinzione che i presupposti indispensabili per ogni forma di rinnovamento siano costituiti dalla rimozione degli ostacoli alla costruzione dei consensi necessari per realizzare le riforme. E da motivazioni, volontà ed impegno di dirigenti preparati a sostenere anche i rilevanti oneri emotivi, culturali ed operativi richiesti dalle riforme stesse e dai processi per metterle in atto.


I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...