Contro il realismo, la rivoluzione



di Enrico Fiori – Vicepresidente ACLI Toscana
Lo scorso 10 Novembre è deceduto all’età di 96 anni Helmut Schimtd, Cancelliere della Germania Ovest dal 1974 al 1982.Con lui scompare uno dei massimi esponenti della socialdemocrazia tedesca ed europea, un movimento politico-culturale che ha cercato di conciliare l’accettazione della democrazia parlamentare e del modello economico basato sulla proprietà privata e sul libero mercato, con la costruzione di uno stato sociale avanzato.
Schimtd fu uno dei protagonisti del Congresso di Bad Godesborg del 1959 in cui la SPD tedesca eliminò ogni riferimento al marxismo per adottare un programma di governo incentrato sul varo di una serie di riforme tese a rafforzare il mercato libero, la concorrenza effettiva, la libertà nelle sue varie forme. La socialdemocrazia tedesca ed europea ha dunque da tempo abbandonato le suggestioni rivoluzionarie per cercare di correggere le storture più evidenti del sistema capitalistico, senza attaccarne i fondamenti.
Capovolgendo uno slogan del ’68, il motto sembra essere “Siate realisti, chiedete il possibile “. Oggi il Papa chiamato “dalla fine del mondo” con parole e gesti significativi sembra mettere in discussione questo schema, in base al quale il capitalismo è una realtà comunemente e positivamente accettata. Questa traccia di riflessione proposta da Giovanni Bianchi durante l’ultimo Incontro di Spiritualità di Camaldoli, merita di essere approfondita.
Innanzitutto non dobbiamo dimenticare che Bergoglio è cresciuto nel cammino pastorale e teologico della Chiesa latino-americana che già a Medellin nel 1968, a Puebla nel 1979 e a Aparecida nel 2007 ha affermato l’opzione per i poveri e la necessità della loro integrale liberazione. E oggi che è Vescovo di Roma insiste su questo punto,affermando “che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri” (EG48). Ma l’approccio di Papa Francesco non è soltanto caritatevole, bensì mira ad affrontare le cause strutturali della povertà: “Così come il comandamento” non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. “ Questa economia uccide” (EG48). E’ innegabile che si tratta di un pensiero critico che non punta ad ottenere dei semplici aggiustamenti, ma è diretto prefigurare un nuovo sistema economico.
Mentre politici ed economisti parlano di PIL e si interrogano su come rimettere in moto la macchina dei consumi, Bergoglio si batte contro una società che “riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo” (EG55), pressanti gli inviti a vincere la  “globalizzazione dell’indifferenza” e la “cultura dello scarto”.
Ma anche quando parla di altre tematiche, come ad esempio quella del lavoro, il Papa torna sempre al nodo di un’economia ingiusta e distorta. Parlando agli operai di Terni a proposito della disoccupazione, ha scandito: “ E’ la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo, che si chiama denaro! “ E’ la spinta a questo poderoso cambiamento di pensiero e di strutture viene dalla fede, una fede che non è fatta di comode sicurezze, ma è rivoluzionaria come ha detto a Firenze e a Cuba.
Per inciso, nell’isola caraibica ha dichiarato: “ La nostra fede passa attraverso la tenerezza!” dimostrando di non temere che le sue parole venissero accostate a quelle di Che Guevara, il quale esortava a essere “ rivoluzionari senza perdere la tenerezza !”. Con l’enciclica “Laudato sì” Papa Francesco fa un ulteriore passa in avanti, unendo il “grido della terra”.
Si stabilisce così una sintonia fra l’oppressione dei poveri e lo sfruttamento selvaggio del pianeta, un tema ricorrente nelle ultime riflessioni della Teologia della Liberazione: “ I gemiti di sorella terra…. si uniscono  ai gemiti degli abbandonati del mondo”. In definitiva Bergoglio sembra non considerare il capitalismo come prospettiva ineluttabile per l’umanità e forse nemmeno auspicabile. Il  compimento del destino umano non risiede in un sistema capitalistico che schiaccia le persone e devasta la Terra. La situazione attuale non è una tragedia annunciata, ma una sfida perché sappiamo prenderci cura della casa comune e del bene comune.

I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...