Ma noi siamo anche imprenditori?


di una aclista di vecchia data 
Mi ritrovo nelle parole di Marco Bonarini. E vorrei offrire, come contributo ulteriore su cui riflettere, il testo del discorso del Papa agli imprenditori cattolici.
Perchè anche questo è un punto di vista sul lavoro, per Acli che sono anche datori di lavoro di molti lavoratori. E che quindi hanno bisogno di interrogarsi su come essere imprenditori alla luce della fede.
E perchè il Papa chiede di prestare attenzione in particolare alla donna lavoratrice.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
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In quanto associazione ecclesiale, riconosciuta dai Vescovi, voi siete chiamati a vivere la fedeltà alle istanze evangeliche e alla Dottrina sociale della Chiesa in famiglia, al lavoro e nella società. È molto importante questa testimonianza. Per questo vi incoraggio a vivere la vostra vocazione imprenditoriale nello spirito proprio della missionarietà laicale. Quello dell’imprenditore, infatti, «è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita; questo gli permette di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 203).
L’impresa e l’ufficio dirigenziale delle aziende possono diventare luoghi di santificazione, mediante l’impegno di ciascuno a costruire rapporti fraterni tra imprenditori, dirigenti e lavoratori, favorendo la corresponsabilità e la collaborazione nell’interesse comune. È decisivo avere una speciale attenzione per la qualità della vita lavorativa dei dipendenti, che sono la risorsa più preziosa di un’impresa; in particolare per favorire l’armonizzazione tra lavoro e famiglia. Penso in modo particolare alle lavoratrici: la sfida è tutelare al tempo stesso sia il loro diritto ad un lavoro pienamente riconosciuto sia la loro vocazione alla maternità e alla presenza in famiglia. Quante volte, quante volte abbiamo sentito che una donna va dal capo e dice: “Devo dirle che sono incinta” – “Dalla fine del mese non lavori più”. La donna dev’essere custodita, aiutata in questo doppio lavoro: il diritto di lavorare e il diritto della maternità. Qualificante è anche la responsabilità delle imprese per la difesa e la cura del creato e per realizzare un «progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale» (Lett. enc. Laudato si’, 112).
Questa chiamata ad essere missionari della dimensione sociale del Vangelo nel mondo difficile e complesso del lavoro, dell’economia e dell’impresa, comporta anche un’apertura e una vicinanza evangelica alle diverse situazioni di povertà e di fragilità. Si tratta, anche qui, di un atteggiamento, di uno stile con cui portare avanti i programmi di promozione e assistenza, incrementando le numerose e benemerite opere concrete di condivisione e di solidarietà che sostenete in varie parti d’Italia. Questo sarà anche un modo a voi proprio per mettere in pratica la grazia del Giubileo della Misericordia. Qualcuno di voi potrà dirmi: “Ah, padre, praticare la misericordia… facciamo un po’ di beneficienza…”. Non basta fare assistenza, non basta fare un po’ di beneficenza, questo non basta, questo forse è il primo passo. È necessario orientare l’attività economica in senso evangelico, cioè al servizio della persona e del bene comune. In questa prospettiva siete chiamati a cooperare per far crescere uno spirito imprenditoriale di sussidiarietà, per affrontare insieme le sfide etiche e di mercato, prima fra tutte la sfida di creare buone opportunità di lavoro. Pensate ai giovani, credo che il 40% dei giovani qui oggi sono senza lavoro. In un altro Paese vicino, il 47; in un altro Paese vicino, più del 50. Pensate ai giovani, ma siate creativi nel creare opportunità di lavoro che vadano avanti e diano lavoro, perché chi non ha lavoro non solo non porta il pane a casa ma perde la dignità!E a tracciare questa strada contribuiscono anche le iniziative di confronto e di studio, che realizzate sul territorio.
L’impresa è un bene di interesse comune. Per quanto essa sia un bene di proprietà e a gestione privata, per il semplice fatto che persegue obiettivi di interesse e di rilievo generale, quali ad esempio lo sviluppo economico, l’innovazione e l’occupazione, andrebbe tutelata in quanto bene in sé. A questa opera di tutela sono chiamate in primo luogo le istituzioni, ma anche gli imprenditori, gli economisti, le agenzie finanziarie e bancarie e tutti i soggetti coinvolti non devono mancare di agire con competenza, onestà e senso di responsabilità. L’economia e l’impresa hanno bisogno dell’etica per il loro corretto funzionamento; non di un’etica qualsiasi, bensì di un’etica che ponga al centro la persona e la comunità. Oggi rinnovo a voi il mandato di impegnarvi insieme per questa finalità; e porterete frutti nella misura in cui il Vangelo sarà vivo e presente nei vostri cuori, nella vostra mente e nelle vostre azioni.
Affido voi, il vostro lavoro, le vostre famiglie e i vostri dipendenti alla protezione di san Giuseppe lavoratore, il grande san Giuseppe. Invoco su ciascuno la benedizione del Signore. E vi chiedo per favore di pregare per me: vi do anche questo lavoro!

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