di Nico Curci (Acli Bari)
La storia me l’ha raccontata Arcangelo qualche anno fa, un vecchio dirigente delle ACLI che negli anni 50, da giovane militante dell’associazione, frequentava il circolo ACLI del suo paese nel brindisino.
Arcangelo ogni sera usciva di casa all’imbrunire e passava dall’edicola per comprare il giornale. Subito dopo raggiungeva il Circolo dove ad aspettarlo c’erano i soci in attesa di conoscere le notizie del giorno. Il compito di Arcangelo era quello di leggere il giornale ai braccianti, agli operai, ai contadini analfabeti che ogni sera si radunavano nell’attesa che Arcangelo li raggiungesse.
E’ una bella immagine di Circolo ACLI quella che Arcangelo ha consegnato in dote alle nuove generazioni di aclisti, quella di un luogo pieno di umanità e di calore, di amore e di servizio disinteressato per il prossimo, di un luogo di incontro e di accoglienza dove le relazioni umane si intrecciano, dove le persone si incontrano per condividere il proprio tempo e dove si sperimenta il piacere di incontrarsi per vivere semplici esperienze di tempo libero.
Ma Arcangelo con la sua umiltà, svolgeva in quel Circolo un’altra importante funzione. Informando i soci delle ACLI delle notizie descritte nei giornali, forniva loro degli strumenti per essere nella società del tempo cittadini più consapevoli.
Per tanti anni nelle ACLI abbiamo parlato della formazione, come lo strumento per favorire un autentico fermento culturale nei nostri Circoli, per formare cittadini consapevoli e per contribuire alle decisioni più importanti dei nostri territori. Nella dimensione attuale del Circolo ACLI abbiamo ritenuto, nei fatti, che fosse più importante investire nel Circolo come luogo di offerta di servizi alle persone. Su quest’ultima azione siamo diventati molto bravi e in molti casi non temiamo concorrenza.
Ma Arcangelo nel suo racconto ci parlava dell’anima delle ACLI.
