Anche tra organizzazioni, le cose si sviluppano a partire dall'incontro tra persone...


Alla fine le cose (anche tra organizzazioni) si sviluppano a partire dall'incontro tra persone. Emiliano Manfredonia e Giuseppe Notarstefano hanno avviato un dialogo che ha portato, ieri, ad un incontro tra le presidenze di Azione Cattolica Italiana e Acli - Associazioni cristiane lavoratori italiani.
Il luogo era importante. Via della Conciliazione 1. Palazzo storico. Muri con tutti i poster e tutti i presidenti. E all'inizio abbiamo un po' visto gli intrecci ufficiali tra noi alle origini (e poi informalmente intravisto quelli attuali e personali).
14 pagine di appunti per 3 ore assieme. Un primo passo. Sui prossimi ci siamo detti alcune cose e ci siamo dati alcuni appuntamenti. Ma se il #sinodo è soprattutto una #postura e se ciò che vogliamo costruire non è una convenzione ma una #alleanza, il vero senso di ciò che da qui nascerà lo scopriremo camminando assieme nei luoghi e tempi che le due associazioni vivono.

MI ricordo il funerale collettivo di Krushe Madhe




Mi ricordo il funerale collettivo di Krushe Madhe nell'estate del 99. Me lo ricordo come un dolore enorme incomprensibile e la sensazione di non aver diritto a provarlo, quel dolore. Perchè il mio era solo un dolore di rimbalzo. Io ero lì, ma potevo tornare a casa e la mia famiglia era viva. Il dolore vero era il loro. Ed io non potevo che sfiorarlo.
25 marzo/26 marzo, erano le data scritte sulle lapidi di legno, sopra a bare di cartone. Le milizie speciali serbe entrarono in paese, separarono gli uomini da donne e bambini, uccidendoli.
24 marzo era la data dell'inizio dei bombardamenti Nato su Serbia e Kosovo.
C'era una connessione tra questi due fatti? Quale era? Il "nostro" bombardamento aveva contribuito all'accadere di quel massacro o aveva fermato l'escalation? O entrambe le cose?
Nella stessa estate mi portarono anche a vedere i resti di un palazzo. Sotto il suo crollo erano morti un gruppo di bambini. Ed il crollo era stato per un bombardamento Nato.
L'essere stata una morte accidentale. Effetto collaterale non voluto di un intervento alleato invocato. Cosa toglieva alla realtà del dolore di quei genitori?
Io il 24 marzo ero in Italia. Non avevo idea del fatto che qualche mese dopo mi sarei trovata in Kosovo. Ero contraria a quei bombardamenti. Ma (dal momento che il Kosovo veniva dopo la Bosnia) sentivo anche molto forte il desiderio di non vedere prolungare all'infinito l'attesa inerme, come era stato anni prima.
Aver vissuto un pezzettino di storia da più vicino non dà alcuna certezza della modalità di interpretarla.
A partire dalla stessa condivisione, conosco persone che sono convinte dell'indispensabilità di quell'intervento.
E persone che sono convinte che fu un errore, anche per i kosovari stessi.
Forse ciò che accomuna chi ha vissuto un pezzettino di storia da vicino è il sentire in modo un po' più forte e lancinante la necessità di non restare immobili. E il continuare a provare disagio di fronte a quello che accade.
Oggi tante cose sono diverse. Ma alcune restano uguali.
Posso pensare che intervenire militarmente, come singoli Stati Europei o come Nato, contro la Russia sia un errore, oggi. E che sia un errore dare armi agli ucraini. Ma pensarlo non mi allevia il senso di disagio per il fatto che non stiamo fermando quanto sta accadendo e non mi toglie la responsabilità di continuare a pensare a come è possibile fermarlo.
Con tutto lo sforzo e l'abilità diplomatica possibile. Con tutto l'orizzonte di cercare un'idea di Europa differente. Ma anche interrogandosi su quale "autorità" può oggi imporre un "cessate il fuoco" o almeno una "tregua umanitaria". Quale meccanismo di composizione serve oggi per ottenere una forza di interposizione militare (se la diplomazia non riesce) che sia efficacemente uno stop e non un allargamento del conflitto in termini planetari.
L'energia spesa nel cercare solo conferme della propria idea, demonizzando o eliminando chi la pensa diversamente, mi pare un pericolo ed uno spreco.
Tutto ciò che, anche a partire da idee contrapposte, può portare a costruire una soluzione, mi sembra utile.
L'idea di democrazia per me passa anche per la concretezza di un Paese in cui non vige un pensiero unico e in cui le scelte si realizzano dal comporsi di maggioranze tra la libertà di espressione delle minoranze.

Fede e guerra

La guerra cerca sempre di giustificarsi e sostenersi con la fede.
Dove può, cerca sempre di far coincidere l'altro con un'altra religione. Con qualcuno che minaccia il proprio credo.
Purtroppo.

In piazza

 


Non lo so cosa bisogna fare. 

Penso che non mi va di restare indifferente.

E penso che solo con armi su armi non si vada lontano. 

I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...