Trasfigurare oggi le Acli alla luce del Vangelo


di Francesca Costero 
Il 5° Convegno Nazionale Ecclesiale di Firenze ha contribuito molto alla riflessione sul cammino della Chiesa oggi e, fornisce preziose indicazioni sulla strada che le Acli devono percorrere soprattutto in vista della verifica del quadriennio passato e della progettazione di quello futuro. Alla luce delle 5 vie, come le Acli debbono porsi per il loro rinnovamento?
La prima via che ci aiuta è il Trasfigurare. Riprendendo le schede preparatorie dei lavori di gruppo di Firenze 2015 abbiamo una suggestione forte per il cambiamento interno dell’associazione e soprattutto per la proiezione esterna: «Trasfigurare è uno sguardo di fede, uno sguardo “altro” sulla realtà dell’umano, del mondo e della storia. Trasfigurare significa umanizzare il più possibile l’umano e tutto ciò che esiste, il creato intero, secondo la misura, la statura e la figura di Cristo Gesù crocifisso e risorto, speranza del mondo.» Per questo “trasfigurare” rappresenta la sintesi delle quattro vie del Convegno di Firenze: Uscire, Annunciare, Abitare, Educare.
L’Uscire non è funzionale, piuttosto è strutturale per l’identità delle Acli poiché comporta, dapprima un discernimento comunitario che non è mai fine a se stesso, ma orientato all’incontrare e all’accompagnare, che attiva una capacità di simpatia e di empatia profonde con la storia concreta delle persone, nella sua ricchezza e fragilità.
Annunciare significa agire, decentrarsi, aprirsi a tutti: l’ascolto meditato e pregato del Vangelo che permetterà allo Spirito Santo di portare le Acli sulle strade degli uomini, per incontrare le fragilità dell’umano, negli incroci dei sentieri della vita in un percorso fatto di vicinanza, accoglienza, incontro, accompagnamento e condivisione, con grande attenzione alle esigenze dei territori. Mettere al centro il Vangelo significa, per le Acli, essere testimoni della bellezza dell’incontro con Cristo e la croce, formati ed aperti agli altri, diventando umili servitori per amore del prossimo. Alla base del “servizio” o dei servizi dell’associazione, è importante che ci sia il “nutrimento” dello Spirito in modo che, uscendo e incontrando l’altro, gli aclisti siano luce per il mondo con le radici nella Parola.
« Abitare è un verbo che, come viene mostrato anche nella Evangelii Gaudium, non indica semplicemente qualcosa che si realizza in uno spazio. Non si abitano solo luoghi: si abitano anzitutto relazioni. Non si tratta di qualcosa di statico, che indica uno “star dentro” fisso e definito, ma l’abitare implica una dinamica.»Pertanto le Acli non debbono fossilizzarsi nelle loro sedi, ma abitare il mondo, le città, i paesi in cui si vive, i luoghi di studio, di lavoro e del tempo libero, le famiglie, gli spazi reali e gli ambienti virtuali, ma soprattutto le periferie fisiche ed esistenziali.
Parafrasando l’Evangelii Gaudium, possiamo dire che sogniamo delle Acli beate, sul passo degli ultimi che mettono al centro del loro agire i poveri, i malati, i disabili, le famiglie ferite; “periferie” che, aiutate attraverso percorsi di accoglienza e autonomizzazione, possano diventare centro, e quindi soggetti e non destinatari dell’azione associativa. Sogniamo che i nostri circoli e le nostre strutture siano capaci di “disinteressato interesse”: che mettano a disposizione le proprie risorse per liberare spazi di condivisione. Sogniamo di essere un luogo in cui ciascuno sia destinatario e soggetto di formazione e missione.
E veniamo alla quarta via: l’educazione è lo strumento privilegiato di formazione delle persone, con cui si può crescere per affermare la libertà e la responsabilità, per imparare a comprendere cosa significa cittadinanza attiva e propositiva. Educare non significa esser lontani dall’azione, ma motivarle e fondarle e diviene concretamente sostegno allo sviluppo integrale della persona e non si riduce a mero apprendimento di competenze, seppure soltanto cognitive e strumentali o tecniche.
Mettendo in pratica le 4 vie che trovano sintesi nella quinta, il trasfigurare, si arriva ad una trasfigurazione dell’associazione che implica un cambiamento di modalità e di essere verso l’altro. Trasfigurando le Acli si può realmente essere presenza viva di Cristo verso il prossimo e si serve non essendo un servizio qualunque, ma essendo illuminati dal Vangelo.
« Camminiamo insieme nella costruzione di nuovo umanesimo. Si può andare avanti solo insieme ma per fare questo abbiamo bisogno di essere umili. Solo un confronto dal basso può creare una nuova cultura dove l’altro è visto come una risorsa e una ricchezza, e non come un nemico o una minaccia. Il lato oscuro, l’estremismo e il terrorismo può essere vinto solo lavorando insieme, costruendo ponti e non muri». Izzeddin Elzir, imam di Firenze e presidente dell’Unione comunità islamiche d’Italia (Ucoii)

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