Adattamento e riformulazione piani


La specialità che tutti stiamo prendendo è "adattamento e riformulazione piani". La caccia di primavera voleva essere diversa. Ma è stata. Tutto il gruppo assieme. Ognuno ha vissuto il suo pezzo. Dal mio punto di osservazione tante cose belle, compreso un fuoco, buon cibo, correre, giocare, cantare e...un bel pennone sul tetto!  

Più che il senso di un anno che si chiude, ciò che abbiamo sentito è il senso dell'andare verso qualcosa che si apre: un'estate con vacanze di branco, campo di reparto e route!!! La vita trova sempre il modo di infilarsi, anche in mezzo ai casini! 

Fatti online, questi incontri, non sarebbero stati gli stessi...

San Giuseppe artigiano protettore delle Acli (in legno, con l'ascia, lo sguardo fiero e le spalle larghe), San Pietro e San Paolo, il loro discutere in modo profondo e acceso, restando Chiesa. La scelta di raffigurarli, comunque, guancia a guancia. 

Le comunità fatte di specificità, di località, di appartenenze storiche, linguistiche e culturali. Il fascino e la fatica della convivenza interetnica. Lo sviluppo come processo da animare. 

La Storia, fatta di tante storie diverse, con vissuti diversi e sempre qualche particolare ancora da scoprire. Le tracce che restano appese nei corridoi, ed i manifesti della comunicazione non ostile negli ascensori degli alberghi. 

I luoghi: cielo, monti, chiese e statue. Bellezza! 
Il cibo, il vino, i dialoghi e gli sguardi. L'accoglienza. 

C'è tanto treno ed un po' di stanchezza, in questi due giorni in Trentino - Alto Adige/Sud Tirolo, a Trento e Bolzano/Bozen, ma più di tutto c'è la sensazione strana dell'essere tornati, dopo tanto (almeno io), a girare e la certezza che nessuno degli incontri sarebbe stato nemmeno vagamente lo stesso, facendolo online.

Strada, servizio, comunità...

É stata diversa da ciò che ci si aspettava, questa prima (mini) route. In tutti i sensi. 

La partenza, rimandata all'ultimo secondo per il covid. Una staff fatta solo da "le cape" per infortunio del capo ed impossibilità di incastro di calendario del "sostituto di lusso del capo". Un furgone, pagato senza poter essere usato, e la necessità di ricorrere al passaggio in macchina di genitori e nostre per andare e tornare. 

Ma più di tutto la diversità è stata il modo con cui strada, servizio e comunità hanno trovato il loro mix: a volte spiazzante, a volte affascinante. Nel mezzo la  Provvidenza, al solito,  che ha fatto il suo, facendo incontrare chi ha dato acqua ed indicazioni di cammino, facendo trovare contesti ogni volta diversi in cui piantare, magari quando é già buio, la tenda e molto altro...

4 giorni in viaggio tra le emozioni. Tristezza, rabbia, gioia. È stato realmente così. Un'immersione nelle dimensioni reali della vita. Nello sperimentare come affrontarle. 

Strada, servizio, comunità... 

Come si fa i conti con i limiti, propri ed altrui. Come si superano. 
Come si impara a chiedere ed accettare l'aiuto, come si fa', quando serve, anche a "rifiutare di aiutare". 
Come si gestisce la fatica, fisica, ma soprattutto quella che fisica non é.
Come si "usano" le pause che la vita ti propone (e a volte impone). 
Come si costruiscono alleanze inclusive, a partire da diversità profonde. 
Come si gestiscono vicinanze esclusive, quando si é un mezzo agli altri.
Come le Fratture possono trasformarsi nei momenti più belli? 

Per me sono stati 4 giorni di senso su tantissimi fronti. 
Più di tutto porto a casa la generosità con cui sono stata accolta dalla mia "co-capa" ed il senso di bellezza, energia, sensibilità, complessità e profondità che mi hanno trasmesso, ognuno a modo proprio, questi 6 ragazzi. 

E la domanda del cerchio finale: com'è il ruolo di capo, con ragazzi di questa età? Come si mixano autorità e libertà? Su cosa si basa l'autorevolezza dell'adulto per essere riconosciuta? Ottime piste per proseguire il cammino. 

Ps. Mi sono portata la maglietta di Terre e libertà per dormire e la borraccia delle Acli per bere. Perché io sono una e in un modo o in un altro le esperienze in me devono trovare una ricomposizione. 

Pps poi c'è il cappello da testa tra le nuvole, il cielo sempre più blu, Luca che con gli amici sta bene, il lupo di Gubbio di notte, le power bank che danno energia infinita, gli occhiali da Lennon, le spiritiere che prendono fuoco, Eurovision, euro2020, eurospin, occhio alla penna, i picconi della tenda, i momenti da eremita, la chitarra, gli ukulele, gli "attacchi di panico", le vesciche, i mezzi laghi a nuoto, le ciabatte che si disintegrano, il burrocacao che manca, il riso, il riso, il riso...

Tornare, condividere, mettersi in disparte, muoversi a compassione, affrontare i problemi assieme


La scena inizia con gli apostoli che sono stati mandati da Gesù a predicare la buona notizia e che stanno tornando a lui. All’inizio questa  è l'immagine: gli apostoli che tornano e fanno una cosa naturale: condividono. Non si sono visti per un po’ di tempo, vedersi è anche un’occasione per condividre con Gesù e tra loro. Hanno molte cose belle da condividere, è anche una festa. 


Però c’è molto movimento, ci sono molte persone in giro. Hanno bisogno di riposo e di un luogo appartato. E Gesù porta loro fuori, in disparte, in un luogo normalmente meno trafficato, meno visitato dalla gente. E' interessante che Gesù voglia offrire a loro un tempo di riposo, di riflessione, un tempo insieme. Dopo le fatiche che hanno fatto. Ne hanno bisogno. 


E cosa succede? Succede che la gente capisce dove stanno andando e arriva lì prima di Gesù e degli apostoli. E' un racconto bellissimo. la gente vuole essere con loro, ha capito che loro hanno una buona notizia per loro, che possono fare qualcosa per aiutare le loro difficoltà.


La scena è divisa in 3 momenti: 

  • il ritorno degli apostoli
  • il portare loro in disparte
  • il vedere la gente di Gesù che ha compassione.


Compassione significa che si muovono le viscere. E’ una parola fortissima. Quindi Gesù non fa quello che prevedeva di fare. non si riposa con gli apostoli. Anche se è Gesù che si dà da fare, non chiede agli apostoli di fare. Gli apostoli sono lasciati a riposarsi. E' lui che prende in mano la situazione. 


E’ molto bello per gli aclisti sentire un vangelo così. E’ un esempio per noi. Dà l'idea che anche Gesù si comporta come il primo esempio di come noi nelle Acli dovremmo comportarci. E’ importante tornare a condividere. Probabilmente bisogna condividere anche le cose difficili, non solo le cose belle. Il bilancio sociale su cui lavorerete oggi racconta le cose fatte nel 2020, in un anno così difficile per tutti. Ma avete bisogno anche di un momento di riposo, di festa. Non a discapito dei bisogni delle persone in difficoltà, ma ne avete bisogno. 


Il Vangelo sembra un segno della Provvidenza per le Acli, per la vicinanza del Buon Dio con voi in questo iInizio del nuovo mandato, con un nuovo presidente e con i suoi collaboratori. E’ il momento di inizio. Questo senso di vicinanza del Vangelo con le Acli è un grande conforto. Avete delle sfide molto importanti da affrontare. 


La prima cosa che volevo dire, partendo da questo Vangelo e da alcuni documenti che il presidente mi ha mandato su mia richiesta, è l’importanza della fede nell’azione sociale. La continuazione dell’opera di Dio nella vita di Gesù che continua attraverso movimenti tipo le Acli. Sono molto contenta di vedere nel discorso del Presidente la presenza del fattore fede, il riferimento al Vangelo, alla testimonianza di Gesù. Di fronte ai problemi da affrontare oggi, se non abbiamo l’energia della fede, il conforto e la speranza della fede è difficile affrontarli, prenderli sul serio. Abbiamo tutti la tendenza a bloccare, a non incontrarci realmente con i problemi che sono fortissimi, profondissimi, che sono di una portata difficile per noi. Anche capire, prima ancora di affrontare, è difficile. Il problema sembra enorme, molto più grande di noi e delle nostre forze. Le nostre forze sono un po’ come il brano successivo del Vangelo, in cui Gesù moltiplica i pani e i pesci della gente. noi siamo come i pani e e i pesci. Siamo deboli. Non bastiamo. Penso che a molte persone manca questa forza che possiamo avere dalla fede. Le Acli, lavorando nel campo sociale, con tanti altri attori, statali e non, è molto importante che si riferisca alla fede e che faccia presente la fede. E’ fondamentale per avere la forza di continuare ad affrontare realmente i problemi. Non per escludere, per differenziare. Ma perchè la fede è una risorsa per sé e indirettamente lo è anche per gli altri. 


Voglio raccontarvi un’esperienza con un gruppo basato a Londra, fondato dopo la crisi finanziaria da grandi imprenditori. Da capi di imprese grandi quotate a Londra. Hanno fondato un Trust che vuole portare dentro il mondo imprenditoriale una visione diversa dello scopo dell’economia e dell’impresa. Forse avete sentito che nel mondo imprenditoriale c’è un grande movimento che in italiano sarebbe “scopo”. L'idea che bisogna cambiare lo scopo dell’impresa. In modo che abbia più senso. Lo scopo dell'impresa non può essere solo fare i soldi. E’ importante che l’impresa faccia i soldi, che crei lavoro. Ma deve avere una visione che va oltre questo. Questi amministratori delegati volevano un input dalla tradizione sociale della chiesa e hanno creato una serie di attività e strumenti che vengono dalla dottrina sociale della chiesa. Per essere aiutati a cambiare il loro scopo. 


Hanno uno strumento di base, un quadro, un framework, la parte sopra è come definire lo scopo dell’impresa. Quando definiamo il nostro scopo dobbiamo tenere prendete che ogni persona è importante e e che dobbiamo servire il bene comune. Sono temi che vengono dalla tradizione della dottrina sociale della Chiesa. Queste sono le grande imprese della Gran Bretagna, non hanno a che fare con la chiesa, ma capiscono che hanno perso la fiducia della gente. La gente ha sempre meno fiducia nell’impresa. Questo è un problema. Loro rischiano di essere penalizzati dalla gente e hanno bisogno di altro. Cercano altre risorse, altri input che li aiutino a fare meglio il loro lavoro. E’ un’altra dimostrazione della importanza della fede, arriva da un gruppo che non ha niente a che fare con la fede ma che vede che c’è qualcosa di importante anche per loro. 


Lo dico per incoraggiarvi a tenere sempre il ruolo della fede presente nelle vostre attività. perchè è un valore in più. Non è per escludere. non è per sentirsi migliori degli altri. E’ una risorsa, per noi e per gli altri. E’ molto importante per darci la forza per affrontare i grossi problemi.


Secondo punto, viene fuori dalla lettura del discorso inaugurale del Presidente. Mi ha colpito quanto è presente la vicinanza delle Acli agli ultimi, alle ultime persone, alle persone escluse, alla società dello scarto. le persone che sono state scartate dalla nostra economia. Ovviamente è una cosa molto importante per Papa Francesco. State mettendo in pratica la chiamata dell’attuale Papa: essere vicini alle persone più emarginate. Lui ha parlato di Iraq, ha usato il canto di Springsteen che riflette sulla figura fantasma di Tom Joad, che rappresenta la persona persa in una società così ricca come gli Stati Uniti. Abbiamo queste persone perse. Sappiamo che questo termine: le acli devono battersi per il lavoro dignitoso, in confronto a questo lavoro povero. Questa è una cosa molto difficile ma anche molto bella. 


Penso che voi siete ben coscienti di questo. Richiede un coraggio, richiedono persone virtuose, che hanno grinta, forza, per essere in situazioni così degradate. Camminare con tutte le nostre debolezze e i nostri limiti. Essere con. Accompagnare. Condividere. Far riconoscere a queste persone la loro umanità, attraverso il contatto con noi. Sollevare almeno al livello del riconoscimento della loro dignità- Anche se non sempre possiamo cambiare la situazione oggettiva, sempre possiamo aiutare a sentire la loro dignità di esseri umani. Voi seguite Gesù in questo senso. Lui incontra questa povera gente. Anche voi cercate di fare questo. Non esagerando perchè dobbiamo accettare i nostri limiti. Dobbiamo accettare che non siamo noi che risolviamo i problemi del mondo. Dobbiamo cercare di fare la nostra parte, cercare di dare di più, ma curando anche noi stessi, le nostre famiglie, i nostri cari, senza arrivare all’esaurimento. Un buon senso di prudenza, vecchia virtù riconosciuta da Aristotele, è fondamentale per ognuno di voi nella situazione concreta diversa, particolare e specifica, come trovare un equilibrio umano sano buono, tra darsi agli altri e curarsi, tra il fare per l'esterno e il curare anche i dipendenti, le persone che hanno bisogno di noi, i vicini. 


Terzo punto, sarebbe un riferimento alla Laborem Exercens. Quest’anno sono 40 anni dalla Laborem Exercens e forse è un buon momento per riparlarne. E’ anche l’anno di San Giuseppe. E’ un anno particolare dal punto di vista del lavoro. Anche per la pandemia e per tutti i problemi che vengono fuori dal sovrapporsi della pandemia ai problemi che già c’erano.


Nella Laborem Exercens il Papa elenca 4 problemi che sono un po’ diversi dalla Rerum Novarum. 90 anni dopo. Interessante trovare, nei problemi che indica, i fattori di importanza generale: 

  • introduzione automazione in molti campi della produzione. continuazione dell’impatto della tecnologia sul mondo del lavoro
  • aumento del prezzo delle energie e della materie di base, anche noi vediamo cambiamenti economici, abbiamo molti prezzi che cambiano in questa fase della pandemia, anche sul cibo.
  • crescente presa di coscienza della limitatezza del patrimonio naturale e del suo insopportabile inquinamento. Questo fattore oggi è molto più sentito adesso. Il danno che l’economia sta facendo sul mondo naturale. Abbiamo avuto un’altra enciclica sociale Laudato si, che conoscete meglio di me, che affronta in modo centrale questo problema e che ci chiama ad una ecologia integrale, umana e naturale. Questo problema è diventato più sentito adesso. 
  • emergere sulla scelta politica di popoli che dopo secoli di soggezione chiedono il loro legittimo posto. 40 anni fa erano popoli nuovi, decolonizzati, liberi dopo secoli di colonizzazione e che cercavano di andare avanti. Anche noi sperimentiamo quello che oggi chiameremmo disuguaglianza tra paesi ricchi e poveri e la necessità di affrontare questo problema. 

Direi che la riflessione del papa è ancora molto valida. Aggiungo un elemento: la solidarietà. E' un elemento che tocca tutti i punti che abbiamo appena discusso. Potremmo forse dire che Papa Wojtyla è stato il Papa della solidarietà e ha proposto questo modo di affrontare i problemi e ha sostenuto un movimento con questo nome in Polonia. Abbiamo visto quello che ha potuto fare questo movimento, 40 anni fa. Ha potuto far crollare un sistema che sembrava enorme. Che sembrava assolutamente fuori dalle possibilità di un piccolo movimento di quel tipo tra lavoratori, invece ha avuto questo grande effetto. C’erano anche altre cose, naturalmente, ma Solidarnosh è stato uno degli elementi fondamentali nella liberazione di un popolo che è stato sotto il giogo del comunismo. La solidarietà rimane un modo di vivere, uno strumento, un modo di essere con tante possibilità. Le Acli sono una forma di solidarietà. Cerchiamo di far crescere fra i membri un senso di bene comune. Il senso di bene comune tra i membri delle Acli nutre il ruolo delle Acli. Attraverso questo senso possiamo cambiare tante situazioni ingiuste. 


Io sono inglese, parlo la vostra lingua con un accento orribile, ma dal mio arrivo in Italia ho notato due cose: che gli italiani sono i primi a criticarsi. Siete molto bravi a trovare i problemi in voi stessi. Io apprezzo molto questo aspetto, perché vengo da un mondo in cui noi non siamo così. Noi siamo molto bravi a proiettare all'esterno quanto siamo bravi e questo porta con sé altri problemi. Trovo molto positivo che gli italiani siano autocritici. Ma a volte questo diventa esagerato. Io volevo dirvi che apprezzo tantissimo la relazionalità italiana, la vostra capacità di creare relazioni, di creare reti e di affrontare i problemi attraverso questo sistema di creazione di relazioni. La solidarietà è una cosa quasi innata nella vostra cultura. E’ un valore di una importanza altissima. noi non abbiamo questa cosa in inghilterra. Noi dipendiamo di più dallo Stato. lo Stato è una forma di bene  comune, deve fare il suo ruolo, ma voi avete questa capacità di fare assieme, di bene comune che nasce dallo stare assieme che per un inglese è impressionantissima. Affrontare i problemi attraverso una solidarietà civica e civile. Malgrado tuttio, malgrado la legislazione non aiuti. E’ un fattore veramente da valorizzare. Ho imparato un sacco di cose su come fare questa cosa. Sono veramente grata di quello che ho portato imparare in Italia su questo punto. Volevo incoraggiarvi ad andare avanti in questa direzione. E’ il modo con cui si possono affrontare i grossi problemi. Pandemia, applicazione non corretta tecnologia, modo in cui le grandi imprese cercano di attirare l’attenzione dei giovani sempre più al dispositivo in modo che diventino sempre meno capaci di concentrarsi sulle cose importanti... sono tutti problemi che potete affrontare con la solidarietà, con la capacità di mettervi assieme.  


Gli ultimi due punti: 


Mi ha impressionato il modo in cui il presidente, nel suo discorso, ha parlato dei problemi politici e di come le Acli non riescono a fare  rappresentanza. Non riescono a rappresentare in modo sufficiente questi ceti medi e bassi in senso politico. Questo aiuta il consolidarsi di questi movimenti populisti, queste direzioni un po’ negative della politica. Mi sembra un tema fondamentale. Molto importante. E’ un tema che un inglese non avrebbe mai detto. Per noi la cosa importante è: il cittadino, lo stato. I corpi intermedi qui da noi non contano molto. Vorrei invitarvi, alla luce di questo Vangelo,



di questa riflessione spirituale, a pensare a questa cosa. Mi sembra una sfida particolarmente importante: far valere le Acli come un corpo intermedio che può affrontare i problemi della rappresentanza, della partecipazione politica, aiutare la democrazia a funzionare meglio. Potrebbe essere un esempio per il mondo questo genere di attività che potete fare a favore della democrazia.


L'ultimo punto riguarda il vostro lavoro di oggi. Ho chiesto al presidente di mandarmi l’ordine del giorno delle vostre attività, perchè io . parlo prima che voi cominciate. Vedo molte cose che potrebbero essere viste come burocratiche: approvazione di bilanci, delibere amministrative, adempimenti statutari. Cose dove molti iniziano a sbadigliare. Non sono il tipo di cose che ci fanno sentire lieti, pieni di energia. Voglio dirvi, tornando alla Laborem Exercens, che quando facciamo queste cose burocratiche, dobbiamo tenere in mente che tutto quello che facciamo a livello concreto sui bilanci, sugli statuti, sull’amministrazione... ha sempre un’altra dimensione. Ci sono sempre due aspetti: aspetto soggettivo e oggettivo. Anche qui avete queste due dimensioni. Dovete fare una cosa oggettiva: deliberare, approvare, ma tenere presente che c'è anche l’altra dimensione, la dimensione soggettiva. Dietro il bilancio, dentro il bilancio, lo statuto, gli adempimenti, i testi, ci sono tutte le persone che siete voi, ma anche tutte le persone che aiutate attraverso il vostro lavoro. Vi invito a tenere in mente, anche durante il CN, anche durante la discussione, la dimensione della persona. Facendolo potete crescere. 

51. Cioè 50+1

Quest'anno sono 51. Cioè 50 +1.
Che sa un po' di esperienza accumulata e vita vissuta e un po' di inizio di qualcosa di nuovo.
In effetti è così. Luino, Roma, Milano, Balcani, assistente sociale, cooperazione, progettazione, formazione, animazione...una famiglia di origine, un fratello, un marito, due figli, tre nipoti...
Ma anche, adesso, l'incontro con gli scout e una responsabilità nuova in Acli. In un anno che é il primo post pandemia (non nel senso che é finita, ma nel senso che è il primo anno dopo che é iniziata) in un mondo in piena trasformazione.
Non é sempre facile, né sempre indolore. Ma la fatica é parte della strada ed il fatto che ci sia non impedisce che ci sia anche gioia, crescita e soddisfazione.
Oggi sento soprattutto la gratitudine per tutti gli incontri fatti e che continuo a fare e per tutto l'affetto che ho ricevuto e continuo a ricevere.
Grazie é la parola del giorno.
Il resto...si vedrà!


L'obiettivo "matto" di cambiare l'economia

Due giorni (chi in presenza, chi online) di Comitato Tecnico Scientifico di Next Nuova Economia per Tutti.
Tante cose messe al centro:
L'obiettivo "matto": cambiare l'economia
Il modo per farlo: mettere assieme aziende, associazioni, sindacati, università, consumatori, singoli cittadini...
Gli strumenti da affinare: gli indicatori, i pesi alle aree...
I nodi di fondo:
- il voto con il portafoglio e la lotta alle disuguaglianze come si coniugano? (non può bastare sensibilizzare "i ricchi")
- la pandemia e l'accentuazione dell'online, si é più soli di fronte alle scelte di acquisto in mezzo a condizionamenti in crescita o c'è modo di provare a fare qualcosa?
- la comunicazione oggi é organizzazione, non qualcosa che viene dopo
- la comunicazione non é sinonimo di marketing, é ascolto e relazione e personalizzazione.
- il linguaggio è cultura. La cultura é anima nelle organizzazioni. Simboli e tradizioni costruiscono.
- l'intelligenza collettiva esiste, ma va attivata creando le condizioni perché si esprima.
- il tema generazionale è esplosivo. Se lo si affrontasse realmente anche il tema di genere ne beneficerebbe.
E molto altro...

I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...