Non siamo riusciti a capire fino in fondo il ruolo fondamentale della casa nella creazione della povertà

Guarnieri – Sunia 

Desmond “Sfrattati, miserie e profitti nelle città americane”.

“Sempre meno famiglie possono permettersi un tetto sulla testa. Questo è uno dei temi più urgenti e pressanti che l'America ha di fronte oggi. E riconoscere l'ampiezza e la profondità di questo problema cambia il nostro modo di guardare alla povertà.
Per decenni ci siamo concentrati soprattutto sulla disoccupazione, sull'assistenza pubblica, la cura di bambini e l'incarcerazione di massa. Nessuno può negare l'importanza di questi temi, tuttavia manca un elemento fondamentale. Non siamo riusciti a capire fino in fondo il ruolo fondamentale della casa nella creazione della povertà. 
Non tutti quelli che vivono in un quartiere difficile hanno rapporti con esponenti della criminalità, agenti di polizia, datori di lavoro, assistenti sociali o pastori... Ma quasi tutti hanno un padrone di casa”.

Desmond è un sociologo, giornalista. Con questo libro nel 2018 ha vinto un Pulitzer.
Sfumando ciò che è tipico della cultura americana, questo comunque descrive Roma oggi.
Senza un tetto sulla testa è negata ogni parvenza di dignità.
Senza tetto sulla testa non c'è accoglienza, integrazione...

Noi ci siamo ritrovati dietro a questo manifesto. Ci siamo parlati in maniera chiara e ci siamo detti che volevamo mettere a fattor comune le nostre esperienze. E che volevamo, assieme, fare un appello alle istituzioni. A smetterla con l'autoreferenzialità.

Alcuni dati 2017 su Roma

Emesse quasi 5.000 sentenze di sfratto per morosità.
Richieste 8.000 esecuzioni con forza pubblica
Eseguiti 2.927 sfratti.
Cioè: 8 sfratti al giorno.
12.500 famiglie sono in graduatoria per l'accesso alla casa popolare.
1.000 sono accolte in residence.
Circa 500 famiglie sono in situazione di occupazione di immobili non destinati a residenze.

Possiamo considerare che: 
  • ogni anno ci sono almeno 3.000 – 4.000 nuove famiglie che sono in fabbisogno abitativo, per sfratti.
  • L'esigenza di chiudere i CAT (Centri di accoglienza temporanea) per il costo troppo elevato mette nella condizione di dover ricollocare altri 1.200 famiglie.

Ogni anno il Comune mediamente riesce a collocare 500 alloggi di case popolari. Si capisce che la capacità di ricollocazione del Comune di Roma è di 1 famiglia ogni 6 che entrano in emergenza.

A questo va aggiunta la dismissione dei patrimoni pubblici che hanno sottratto alla città oltre 60.000 immobili che erano a prezzo calmierato e che non sono stati sostituiti.

E va aggiunto che il potere di acquisto e il reddito disponibile sono calati e scesi a livello di 10 anni fa. Mentre i canoni di locazione su Roma sono aumentati in 10 anni di circa il 150%. 

Questo dimostra come sia escluso che il mercato privato possa riassorbire questo tipo di bisogni. 

Tutte le amministrazioni hanno guardato il problema come emergenziale.
Senza capire che era un problema normativo e strutturale.
Senza capire che la società era cambiata e stava cambiando e che nessuno era più in grado di dare risposte ai problemi reali.

I dati dimostrano che la casa non è una emergenza.
E' una situazione consolidata da 25 anni.
L'emergenza è data dalla assenza totale della politica sul tema della casa.

Noi vogliamo proporre un Patto per la città: con il quale le istituzioni si possano impegnare.

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