
- Le Acli oggi sono un po’ come certi 70enni tristi. Hanno avuto una vita piena. Ma non sanno guardare avanti. Ricordano il passato, si lamentano del presente, sono incapaci di vedere il futuro e, in fondo, sembrano solo aspettare la fine. Eppure, nonostante i limiti e gli acciacchi, avrebbero ancora molto da dire e da dare. Forse siamo ancora in tempo per invertire la rotta e provare a dare alle Acli un destino diverso.
Nell’ottobre
2012, sollecitata dalla lettura di L’Assillo della fede mettevo in fila alcune questioni
di metodo (La Parola, I Maestri, I Compagni
di strada, I Ruoli). qui il post: Attendendo l'Aurora
Nel
marzo 2013, a 3 mesi dall’avvio, abbozzavo alcuni snodi di fondo (chi
o cosa vogliamo rappresentare? movimento di cittadini, parte di quel popolo che
è la Chiesa…), alcune
attenzioni (essere attivatori di processi, aprirsi agli altri, riscoprire l’essere
movimento e associazione, oltre i servizi) banali strumenti (spazi
di pensiero con sollecitazioni esterne, momenti di spiritualità comune)
e processi su cui lavorare (principio di cooperazione e non di
competizione, spazi di gestione delle differenze e composizione della sintesi, comunicazione
come costruzione e manutenzione della relazione, programma condiviso con
priorità e azioni). qui il post L'aurora è arrivata?
Oggi, a circa 2 anni dalla fine del
mandato provo a buttarne lì altre. Anche stavolta non sono né rivoluzionarie né
risolutive. Le esplicito come regalo di compleanno alle Acli e perché credo che
siamo ad uno snodo:
- Il congresso è il momento del CHI. Ora siamo nel momento del COSA. Adesso e per 2 anni il CHI potrebbe e dovrebbe essere dato per definito. Le Acli non possono permettersi di impiegare i prossimi 2 anni tutti sul CHI. I prossimi 2 anni devono essere impiegati per lavorare su alcuni COSA per riconsegnare al congresso un’associazione più viva e vitale di oggi. Poi, in congresso, dinamiche democratiche definiranno se il CHI sarà prosecuzione o cambiamento di questo gruppo. Spero a partire dalla verifica di cosa è stato fatto e dalla scelta di in che direzione andare.
- Abbiamo deliberato (nonostante l’abolizione formale nell’ultimo congresso) un momento simile alla Conferenza Organizzativa e Programmatica. Nella storia delle Acli tante COP con potere deliberativo hanno deciso molte cose senza successive ricadute reali. Ora (con una maggiore urgenza di cambiamenti reali) abbiamo un’assenza di potere deliberativo. Il rischio di inconcludenza è maggiore. Io credo il gruppo dirigente dovrebbe elaborare e presentare in CN di ottobre alcune linee di intervento (non solo un elenco dei temi), il percorso COP dovrebbe essere momento di confronto, il momento di chiusura con CN a marzo vede due possibilità. O viene convocato in modo da avere potere congressuale o alcune cose può deciderle nell’immediato, per molte altre che si basano su modifiche statutarie si dovrà aspettare il congresso.
- Ci siamo impegnati a formulare entro il 30 ottobre 2014 un programma politico per il 2015. In modo che nei mesi seguenti si possa lavorare sulle dimensioni di attività e budget ad esso collegato e che da gennaio possa quindi essere effettivo.
continua con Quale mission per le Acli di oggi (e di domani)