Il confine tra attivismo civico e politico, tra luoghi offline e online appare oggi progressivamente più poroso... - Luigi Ceccarini

Nell'intervento a "La partecipazione sociale" Luigi Ceccarini ha sostanzialmente ripreso le riflessioni dell'Osservatorio su Gli Italiani e lo Stato curato da LaPolis dell'Università di Urbino con Demos: 

QUELLA INSOPPRIMIBILE VOGLIA DI PARTECIPARE
[L. Ceccarini e M. Di Pierdomenico]

Nelle ultime due edizioni l'osservatorio su Gli italiani e lo Stato, curato da LaPolis dell'Università di Urbino con Demos, si era registrata una progressiva contrazione della partecipazione.

Gli ultimi dati mettono in evidenza una sensibile ripresa del coinvolgimento degli italiani dopo la "sospensione" indotta dalla pandemia. Rimane uno scenario segnato da incertezza nel futuro, ansia per le conseguenze della crisi del Covid, dell'a
ggressione all'Ucraina, e dalle aspettative verso il nuovo governo. In questa cornice di attesa, i cittadini stanno ricostruendo la loro collocazione nello spazio pubblico. È vero che la partecipazione elettorale ha sofferto dell'astensione più alta della storia repubblicana, ma su altri fronti si osserva un certo dinamismo. Se si confronta il quadro di oggi con quello pre-pandemico, la distanza appare ancora importante ma gli italiani stanno recuperando in termini partecipativi. Il volontariato è tra le attività più praticate (42%). Le tematiche ambientali, del territorio e della città hanno mobilitato un cittadino su tre (32%). Anche le azioni più esplicitamente politiche, come partecipare a manifestazioni di partito, proteste e flashmob, hanno coinvolto una componente non trascurabile di italiani (17%). Più dello scorso anno, ma un po' meno del 2019. Le petizioni, anche grazie alle piattaforme online, sono state firmate da un cittadino su tre (31%) con una partecipazione doppia tra i giovani (18-29 anni: 61%). E non appare marginale la componente di cittadini che ha discusso di politica nei social, nei forum online (25%).


Non si tratta certo dell'idealtipo di sfera pubblica, luogo di confronto e dibattito tra cittadini, ma denota un certo interesse, e forse preoccupazione, verso questioni di natura collettiva. Resta alta, anche se in calo, quanti ritengono la Rete uno strumento democratico per criticare pubblicamente l'azione di politici e governanti (64%) e quindi per impegnarsi. Dai dati emerge che la partecipazione dei cittadini non prende forma solo negli spazi tradizionali e in quelli digitali. Ma si sviluppa anche nelle pratiche della vita quotidiana, come i consumi. In ripresa appaiono stili di consumerismo critico, come il boicottaggio di prodotti o di brand (25%) o l'acquisto responsabile (42%), basati su motivazioni di natura etica, politica, ambientalista. Ancora più ampia è la quota di cittadini che ha speso del denaro con intenti filantropici, dove parte del guadagno serviva a sostenere una buona causa (53%). Il confine tra attivismo civico e politico, tra luoghi offline e online appare oggi progressivamente più poroso.

L'impegno dei cittadini sta assumendo un contorno ibrido.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

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