Il primo follower trasforma un pazzo solitario in un leader


La citazione di Simone Romagnoli probabilmente restata incomprensibile ai più (É forse anche a Simone stesso🤔 🤣). Continuo quindi qui una discussione iniziata in chat.
L'animatore di comunità é colui/colei che si mette a ballare a fianco del pazzo che balla da solo.
Ecco, forse una (del tutto arbitraria) sintesi ad intreccio di ciò che diceva Ivo Lizzola con le Acli capaci di consegnare e ciò che diceva Monica con l'usare bene il nostro essere (anche) una associazione grossa e storica può essere qui...
Il riferimento é un #ted in cui Sivers parla di #leadership e #mobilitazione. Lo spiega bene Riccarda Zezza in un articolo. Usa il video di una situazione come tante: in un campo pieno di gente un ragazzo decide di alzarsi e ballare. Balla con entusiasmo e convinzione, seguendo una musica che sembra dire qualcosa solo a lui. Non esita, continua da solo per un bel po’: gli altri lo guardano, lo ignorano, forse si domandano perché lo faccia, probabilmente in molti lo trovano ridicolo e non hanno nessuna voglia di seguirlo nel fare quella cosa nuova e strana.
A questo punto della storia, il leader è semplicemente un matto solitario. Potrebbe essere un genio, quel che fa potrebbe salvare il mondo, ma non è in grado di dimostrarlo: per quanto si sbatta e ci creda e perseveri, resta un matto che balla da solo.
A un certo punto, però, ecco che lo raggiunge un’altra persona, che comincia a ballare con lui. Questa è la svolta della storia: il “primo follower” (anche se la scelta di usare questo termine non mi piace, perché sembra passivo, mentre é molto di più) ha il ruolo cruciale di dimostrare a tutti gli altri come sia possibile, persino facile, seguire il leader, e infatti il leader lo accoglie come un pari e il ballo diventa subito “il loro” ballo. Il primo follower è più coraggioso del leader: si mette in gioco per un’idea che non è la sua, per seguire la visione di qualcun altro, e siamo ancora nella fase in cui potrebbero continuare a ballare solo in due, rischiando il ridicolo.
“Il primo follower trasforma un pazzo solitario in un leader”, dice Sivers.
Ma il vero tipping point, punto di svolta, si ha quando arriva il secondo follower. Se due persone sono ancora due matti solitari, tre persone sono una folla. E, concetto illuminante, nuovi follower arriveranno per seguire i follower, e non il leader. Nel video, a breve distanza di tempo dall’arrivo del secondo follower, a ballare nel campo c’è una vera e propria folla. A quel punto non ballare diventa la scelta più difficile, più contro tendenza. Il leader è dunque riuscito nel suo intento? A ben vedere, le persone non hanno seguito lui. Hanno seguito gli altri follower, tra cui gli essenziali primi due.
I leader, conclude Sivers, sono sopravvalutati. Altrettanto coraggio e determinazione, forse addirittura di più, richiede essere quelli che li vedono, riconoscono che ciò che fanno ha senso e scelgono di alzarsi in piedi per primi dopo di loro. Sono loro che rendono efficace la leadership, dando una chance al mondo di cambiare direzione, di fare qualcosa di nuovo. E lo fanno inseguendo un’idea che hanno riconosciuto come propria, pur senza il bisogno di assumerne la paternità.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

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