In continuo movimento


C'è un noi fatto di tante persone diverse.
C'è la storia, in quelle 52 volte, che un po' ci pesa addosso, un po' ci spinge avanti.
C'è la fatica, ad inizio anno, di trovare il tempo di fermarsi e concentrarsi e studiare un po'.
C'è la sfida di farlo assieme. Mettendo in comune le nostre intuizioni. Chiamando qualcuno che ci aiuti a pensare, confrontandoci con altri e interloquendo con la politica di oggi. 

C'era un'idea di fondo, quest'anno: che povertà e diseguaglianze siano insostenibili. Soprattutto se si sommano ad una carenza di mobilità sociale ascendente (alla possibilità di uscire da quella povertà) e alla crescita di mobilità discendente (timore di diventare sempre più poveri).
C'è il riconoscere che nel nostro Paese ci sono luoghi in cui tutto questo è più concentrato ed evidente. Ed è ciò che chiamiamo periferia (indipendentemente da che si trovi in città o in provincia).
Cercare di comprendere le cause e gli effetti di questo e provare a costruire le molteplici modalità per invertire il processo è stato il lavoro di questi giorni. 

Abbiamo moltissimi limiti. E anche questa stessa esperienza è molto perfettibile. Ma dobbiamo dirci che il ritrovarsi a studiare assieme oggi non è scontato e non è poco importante. 
È un pezzo (solo un pezzo, certo!) di quella assunzione di responsabilità sociale e politica che ci spetta. Per fare il mondo un po' migliore. 

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I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...