Le boutade elettorali e la presa in carico dell'accoglienza...

Il rapporto tra lavoro e volontariato contiene sempre alcune scivolositá.

Non mi convince l'idea di un volontariato in funzione propedeutica al lavoro. Anche se ovviamente facendo volontariato (come facendo tante altre cose,  tra l'altro) ci si forma e si acquisiscono competenze.

Non mi convince l'idea di un volontariato riservato a chi è già a posto con tutto. Lavoro, remunerazione, diritti...

Io la metterei così:
Tutti hanno diritto ad un lavoro dignitoso. Con tutto ciò che significa. Compresa giusta remunerazione e diritti.
Tutti hanno diritto ad essere parte (ed essere percepiti come parte) della comunità.  Ad essere risorsa e non problema. A poter dare il proprio contributo.
Oggi questi diritti sono disattesi per tanti.

E c'è da star attenti agli scivolamenti e le confusioni tra il primo ed il secondo.
Ma mi dispiacerebbe molto una situazione in cui per tutelare il primo diritto si finisse per negare anche il secondo. 

Oggi i rifugiati e richiedenti asilo si trovano in una situazione di attesa. Spesso prolungata. In cui sono negati entrambi i diritti.  Quello di lavorare e mantenersi. E quello di essere in relazione con altri e di far qualcosa (anche gratuitamente) di utile per la comunità. 

Il primo è negato per legge (perchè nella fase di attesa non è definito lo status della persona). Il secondo per legge si potrebbe concedere. Perché mi pare non esista nessuna legge che vieti di dare una mano gratuitamente alla comunità. 

Quindi mi spiace ma su questo punto non sono d'accordo con quanto ha dichiarato il mio presidente. Io mi auguro che le parole (goffe) di Alfano non siano solo una boutade elettorale. Mi auguro che siano l'inizio di una (tardiva) presa in carico della situazione dell'accoglienza.  

Anche perché  scivolare in una situazione di lavoro "forzato" è rischio (negativo) da evitare. 

Ma costruire sistemi di partecipazione e rispetto delle persone che valorizzino ciò che si può valorizzare  è un rischio (positivo) da correre. 

A lasciare le cose come stanno non si corre nessun rischio. Si ha la certezza di veder negata l'umanità delle persone ed i loro diritti. 

Nota tecnica: Di cosa parla la proposta (da Famiglia Cristiana): 
La circolare. E’ su questo punto che si inserisce la  circolare del ministero per l’interno n.  14290  del 27 novembre 2014. Essa  individua nella “inattività dei migranti” una delle criticità connesse all'accoglienza, “che si riverbera negativamente sul tessuto sociale ospitante”.  La soluzione individuata dalla circolare è la firma di protocolli d'Intesa con gli enti locali, anche in consorzio, “per porre in essere percorsi finalizzati a superare la condizione di passività dei migranti” ospitati nelle province di rispettiva competenza attraverso l'individuazione di attività di volontariato.   
I requisiti. La circolare fissa 5 requisiti imprescindibili di tali attività di volontariato:    1) Devono essere svolte esclusivamente su base volontaria e gratuita;    2) Devono essere finalizzate al raggiungimento di uno scopo sociale e non lucrativo;    3) Deve essere sottoscritta un'adeguata copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi e contro gli infortuni, non a carico di quest'Amministrazione;    4) Deve essere assicurata una formazione adeguata alle attività che saranno svolte dai migranti volontari;    5) Gli stranieri devono aderire, in maniera libera e volontaria, ad un'associazione e/o ad un'organizzazione di volontariato.  

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