Io sono arrivato alle Acli all’Ufficio Studi, con una ricerca sugli assegni familiari, quindi direttamente collegato con Maria, che aveva gli uffici appena girato il corridoio, in via Monte della Farina. Erano i giorni in cui si stava sciogliendo la specializzazione femminile. In quei primi giorni Geo (Brenna) aveva fatto un intervento che era stato sbobinato ma non ci si capiva nulla, per cui mi fu chiesto di metterci le mani. A quell’epoca collaboratrici di Maria Fortunato c’erano due donne, diventate per me importantissime: una si chiamava Giovanna Brutti, se ne è andata da poco, siamo restati amici tutta la vita. Fu lei che mi coinvolse a ragionare anche sul tema specializzazione. Ricordo che la questione del 25% che fu introdotta a scadenza era il tentativo di preservare la rappresentanza, nonostante lo scioglimento. Fu considerata, anche a sinistra, una cosa progressista. Perché di base il tema era retaggio di un certo modo anche cattolico di concepire il rapporto tra uomini e donne. Per cui il tema non era tanto la rappresentanza, quanto la relazione uomo donna.
Questo è stato il primo incontro, l’inizio. Maria Fortunato però bisogna anche un po’ tirarla fuori dal discorso donne. Perché è stata una delle più influenti dirigenti globali dell’organizzazione. Non è stata influente solo per le donne. E’ stata una delle più influenti dirigenti globali perché era stimata ed amata e perché si trovò a gestire il settore città nel momento delle grandi lotte per la casa, di cui furono protagoniste Napoli e Milano. C’è una ragione tutta politica per cui Maria Fortunato è stata grande dirigente, che è una ragione che esula e va oltre la tema delle donne.
Poi c’è la genealogia delle donne. Avete ricordato che, dopo Maria Fortunato, prima vicepresidente, poi c’è stata una seconda donna vicepresidente, che faceva parte della mia presidenza: Maria Teresa Formenti. Ma, chi l’aveva portata in Acli Maria Teresa Formenti? Maria Fortunato! E c’è un’altra cosa che posso dire con tranquillità, qui. Tutte e due queste donne che hanno rotto il tetto di cristallo in Acli sono due consacrate, due suore laiche. Io ho quasi litigato con Maria Fortunato, in una intervista, perché ingenuamente dissi quello che avevo scoperto da fuori, che in Acli c’erano altre 20 donne che erano tutte consacrate. Ho dovuto aspettare il suo funerale, a Napoli, per vedere sull’altare una lampada d’olio e sentire il sacerdote dire che era una consacrata. Perché io allora non lo sapevo ma loro erano tenute a non rendere pubblica la cosa. Erano circa 20. Ed erano donne di primissimo piano, dalla Sicilia alla Lombardia.
Maria, anche questo lo voglio dire, è stata una donna di sinistra ed ha pagato per questo, anche nell’Opera della Regalità. Lei era una dirigente influente ed è stata 10 anni prima di essere riammessa al percorso dirigente. Questa è carne della vita di Maria.
Poi voglio dire un’altra cosa. Lei è stata per me un grande punto di riferimento, una amicizia fraterna. Ci sono state anche tante cose extra. Aveva un carisma dolce, capace di determinazione. Ma aveva un carisma. Sapeva prendersi i suoi spazi di vita. Io l’ho amata come poche altre persone.
Luglio 1971, da pochi giorni c’era stata la deplorazione. Io ero capo ufficio formazione, dovevo aprire comunque il centro estivo di formazione a Vetralla, patria di Rosati. Rosati era l’unico di Presidenza presente. Potete immaginare il fermento…
Ci vediamo arrivare Michele Giacomantonio, capo ufficio amministratori locali. Ci chiama fuori, facciamo 100 metri, lì nel prato davanti a noi c’è Maria. Che si era fatta accompagnare da Vazzoler, uno degli autisti storici delle Acli. Perché era venuta? Era venuta per dirmi: guarda Franco (mi spiace che non c’è Emilio oggi…), era venuta per dirmi che in Presidenza si era deciso di far fuori Fausto Tortora e me, come capri espiatori. E lei questa cosa non la digeriva ed era venuta a dirmelo di persona. Questo intervento di Maria accelerò la nascita della sinistra Acli. Corrente alla quale lei è sempre stata molto vicina, quasi interna. Maria votava a sinistra.
Qui in Acli, oggi, voglio ricordare che ha sofferto tantissimo. Ha pagato due volte le sue scelte. Ha pagato in quanto aclista e in quanto appartenente all’Opera della Regalità. Però, io non l’ho mai vista scura per questo. Lei era una persona allegra, solare, non rancorosa.
Ricordo un meraviglioso viaggio in macchina, in cui lei ha recitato con gioia, in dialetto, a memoria, “la livella” di Totò. Maria era anche questo.
Era una grande persona e una grande donna. Io penso che forse andrebbe ricordata anche in occasioni più robuste di questa. Ma la smetto qui.