Il macellaio


Complice il mese d'agosto, la non voglia di cucinare, lo smart working e le chiusure estive dei negozi, scendo a comprare carne trita da mangiare cruda, in un posto diverso dal solito.

Il macellaio, "scusa se ti do del tu, ma sono entrato negli 82...".

"82 anni? Li porta benissimo! Ed é ancora qui in negozio?"

"Eh no, non ne ho ancora 82! Sono entrato negli 82, mancano ancora 2 mesi al compleanno!" e poi continua "Ma la mangia subito o la congela? Dove abita? Va a casa diretta?. Non é che non voglio dargliela ma con questo caldo la carne da mangiare cruda la vendo solo a certe condizioni...". 

E, mentre mi spiega, smonta la macchina per tritare e la pulisce anche dentro "perché basta mezz'ora e dentro si fermano pezzi di carne che diventano neri". E poi via via il racconto della sua decisione di lasciare il negozio al figlio e della necessità di tornare a prendere in mano tutto, 70enne, quando il figlio, restato vedovo con due figli, si é trasferito in Francia ed ha aperto un bistrot. "Non é una macelleria, ma é sempre in negozio. E vende pure carne, anche se già cotta ed insieme ad altro. Diciamo che é un suo modo per proseguire, anche se un po' diverso e non qui". 

"E quindi questo negozio é tornato a me. Ed é tutto: gioia e dolore. Io mica sto qui per guadagnare. Ormai quello che dovevo fare l'ho fatto. Adesso mezza pensione va a pagare le bollette etc... Ma io sono qui perché a stare a casa mi viene l'ansia. Mentre qui c'è sempre qualcosa da fare. E sono qui perché non posso decidere di smettere. Anche se mi ero dato gli 80 come termine massimo...". 

Ascolto e mi vengono in mente altre storie di persone e negozi, croci e delizie, passioni, nel doppio senso del termine, vincoli stretti ed indissolubili, quasi più dei matrimoni. 
Oggi é cambiata l'etica del lavoro. Il lavoro come matrimonio indissolubile. Il lavoro come modalità principale (unica?) di realizzazione di sé. Il lavoro come valore a cui sacrificare tutto. 

Non si trova più chi è disposto a...recitano gli articoli. E in alcune parti degli Stati Uniti stanno ritoccando le norme sul lavoro minorile, per poter assumere almeno minori stranieri, perché anche gli stranieri adulti certi tipi di lavori tendono ad evitarli, se possono. 

Non ho nostalgia del passato. Dal punto di vista della vita in generale, dal punto di vista famigliare, l'equilibrio di prima non è più sostenibile. C'è un carico di cura delle generazioni precedenti e successive che cresce (perché non tutti sono così fortunati da stare bene al punto da lavorare ed andare in piscina ed in bici a 82 anni!) e c'è la consapevolezza che questo non può essere più delegato in toto solo alla parte femminile della famiglia. 

Però, mi pare ci sia un nodo che resta essenziale e che se non viene recuperato l'impianto generale crolla. È l'idea che una minima progettualitá, o anche solo una minima prospettiva futura, sia sensata. O si recupera quella (che ha senso sacrificarsi oggi per avere qualcosa domani...che ha senso impegnarsi oggi, per mettere da parte per domani, che le esperienze di oggi possono essere propedeutiche a quelle di domani...) oppure fatico a vedere come la società possa evitare di stagnare ed implodere. 

Ma questo non può essere un rimprovero al singolo, specie se giovane. Il giovane che vuole garanzie sull'oggi non è irrazionale. Nella maggior parte dei casi sarà fortunato se non attingerà troppo  al patrimonio messo da parte dalle generazioni precedenti. É il sistema che deve cambiare, perché lo sforzo personale abbia senso. 

Intanto, oggi, mi sono goduta un incontro. E la carne, fresca, ha avuto un sapore diverso. 

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

La Bosnia. I profughi. L'Europa. La Bosnia é un luogo che non ha più voglia di presentarsi come "quella della guerra". 30 anni...