#AcliSociale A cosa (mi) serve la Rete

Reti di Economia e Collaborazione solidale - Solidarius

Premessa: metto in comune oggi una riflessione che non è frutto né di studi né di ruoli. Non sono un’esperta di comunicazione o di digitale o di informazione. Sono una persona curiosa che prova a sperimentare. Per fare le cose che già facevo, per raggiungere gli obiettivi che già avevo, per rispondere ai bisogni che già sentivo... 
Nello sperimentare ho trovato alcuni appigli e conferme…che provo a condividere... 




A cosa (mi) serve la Rete? 

La Rete mi serve per rispondere (in parte, non in toto) a dei bisogni che ho come persona. E a dei bisogni che ho nel fare Acli. E non sono tanto diversi tra loro perché per me fare le Acli (cioè fare associazione, poi ognuno ha la sua specifica esperienza di associazione...) significa cercare (e costruire) risposti comuni a bisogni comuni. Mettendo a disposizione risorse ed interessi di ciascuno.    

Per esempio alcuni bisogni che ho come persona e nel fare le Acli sono.... 

Informarmi: trovare cose che mi interessano....
Informare: condividere cose che presumo possano essere interessanti per altri...
Stare in relazione, fare comunità, coltivare rapporti...
Avere e promuovere spazi di dibattito e confronto... 

Sono bisogni che avevo anche prima della Rete nella sua forma attuale. E sono bisogni che continuo ad avere nonostante la Rete. E la Rete risponde solo in parte. Ma vale anche per le Acli. Sono bisogni che continuo ad avere nonostante le Acli. E le Acli rispondono solo in parte....

Il web non ha fatto altro che approfondire e dare nuova veste ai bisogni più antichi dell'uomo  Web2.0 Reti di relazione - Antonio Spadaro 

Cosa è la Rete? Per me ci sono tre punti fermi:

1. La Rete non è uno strumento. La Rete è un ambiente da abitare.
La Rete non si usa. La Rete si abita. La Rete, nonostante tutti i rischi di alienazione, permette di sperimentare nuove forme di contatto, di relazione e di espressione personale. Convegno Testimoni Digitali 2010.

2. La Rete è fatta di nodi e fili. Ma nodi e fili non sono tecnologici. I nodi siamo noi. Sono le persone. Che da sempre sono in una rete di relazioni. E solo le relazioni definiscono la persona in quanto tale. Si può fare a meno di essere "in Rete" (forse) ma non si può fare a meno di essere in relazione.  Internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona. Internet è un dono di DioMessaggio Papa Francesco per la giornata delle comunicazioni sociali

3. Non esiste veramente il dualismo tra reale e virtuale. Non esistono persone reali e persone virtuali. Le persone, se sono persone, sono reali. Che siano online o che siano offline. Le relazioni possono essere vere o false, superficiali o profonde, che passino (anche) online o che siano solo offline. Alcune parti di messaggi in rete sono pubblici. Altri sono privati. Come nell'offline. L'essere pubblici non li definisce falsi, l'essere privati non li assicura sull'essere veri. 

Cosa mi offre la Rete? 

Per l'uso (da cittadina curiosa e appassionata) che ne faccio la Rete mi pare che aiuti a diffondere e praticare alcune "culture" che mi interessano: 
  • ·       Cultura della ricerca e dell’approfondimento: certo, bisogna fermarsi a cercare e leggere. E non sempre e non tutti abbiamo voglia e tempo di farlo. A volte siamo superficiali. Ma se si vuole cercare ed approfondire online si trova tantissimo, spesso gratis o in modo economico. Anche le indicazioni di dove cercare offline. 
  • ·       Cultura della condivisione: non è solo questione del tasto condividi sui social. E' tutta la riflessione sugli Open Source, tutta l'elaborazione sui Creative commons, sulla cultura wiki... Certo, poi c'è molto in Rete che invece è di qualcuno. La Rete non è sinonimo di convidiso liberamente. La Rete non è affatto immune dalla proprietà privata. Ma chi vuole condividere può farlo più facilmente e con un numero maggiore di persone rispetto a quanto non si riesca offline. 
  • ·       Cultura del confronto: No! Il dibattito no! Ce lo ricordiamo tutti Moretti. E tutti ci siamo passati. Nel ruolo di quelli che scappano. Nel ruolo di quelli che organizzano e restano (quasi) soli. Nel ruolo di quelli che si fermano per solidarietà ed amicizia più che per interesse. La Rete è un modo (aggiuntivo, non sostitutivo) di provare a confrontarsi anche a distanza. Dal commento sul post altrui al webinar e alle riunioni online... 
  • ·       Cultura della trasparenza e del rendere conto. E qui c'è tutto il filone che parte da semplici restituzioni narrative all'open data (dati aperti forniti scaricabili da internet, in formato utile e modificabile) e da vere e proprie piattaforme che facilitano la consultazione e comprensione di dati (per esempio open coesione)
  • ·       Cultura del NON scarto: perché magari facciamo un incontro con un relatore interessante e partecipano poche persone. Ma se riprendiamo l'incontro e lo carichiamo su youtube altri interessati possono usufruirne... 
  • ·       Possibilità di sovvertire centro e periferia: nella Rete non c'è una gerarchia, non c'è un centro ed una periferia. O meglio, possono esserci infiniti centri. E questo per me è un aspetto interessante.... Anche nel singolo sito "La homepage non è la prima pagina. I lettori-utenti arrivano dai motori di ricerca non dalla testata" (scrive Riotta in "Il web ci rende liberi?). 

       Tutto questo è affascinante. Ma non mi basta ancora. Forse le cose che mi interessano di più della Rete sono ancora altre: 

       Che la Rete permetta di ricomporre l'integralità della persona. Io ho molti amici in molti luoghi diversi e di molti pezzi di vita differenti. La mia personale esperienza di Rete è stato un ricompormi. Amici dei Balcani conoscono la Paola che ha la sua esperienza di fede. Colleghi di lavoro intravedono le riflessioni familiari. Ci sono molte scelte possibili e non c'è il manuale per l'uso corretto della Rete. Ma per me è stato il mettere assieme le varie Paola in una unica.


I     "I lettori di oggi lavorano e consumano il tempo da persone integrali, professionisti e mariti, professioniste ed innamorate, broker e giovani, account manager e persone di mezza età. Online l'informazione non parla più ad un pezzo della nostra personalità, come il giornale in edicola, politico, economico, di cronaca nera. E' l'intera persona ad essere coinvolta nell'esperienza di leggere notizie, commenti e intrattenimento". Il web ci rende liberi? Riotta - recensione di Riccardo Luna 

o    O anche "In un blog dimensione personale e professionale si intrecciano e questo ne fa il luogo migliore per farle riconciliare se sono in conflitto, esaltarle se già convivono in paceLuisa Carrada - Il mestiere di scrivere

      Che la Rete contribuisca al cambiamento e all'innovazione sociale. Cioè a mettere in pratica nuove idee che soddisfano dei bisogni sociali (in modo più efficace delle alternative esistenti) e che allo stesso tempo creano nuove relazioni e nuove collaborazioni. Concetti e definizioni di Innovazione sociale
      
      ... la rivoluzione tecnologica ha bisogno di contenuti altrettanto rivoluzionari. Senza contenuti rivoluzionari la sola tecnologia non scatena le rivolte della storia. E perché si creino contenuti innovativi c'è bisogno di contesti storici e sociali diversi. Di uomini e donne che usino la tecnica nuova e se ne lascino usare, generando linguaggi ed idee. (sempre Il web ci rende liberi? Riotta). 
     






Traccia dell'intervento #AcliSociale ad Assisi organizzato dalle Acli Regionali Umbria. 



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