
· CREDERE
I In fondo è una questione di fede. Ci crediamo ancora? Lasciamo stare per un attimo le Acli. Ci crediamo ancora nel fatto che mettersi
assieme serve per risolvere i problemi? Nel fatto che fare qualcosa di
utile per gli altri non è in contrapposizione con il fare qualcosa di utile per
sé? Da qui discende il tutto. Poi, come sappiamo, la fede non è qualcosa che si
ha o non si ha. La fede è sempre piena anche di incredulità e di dubbi. Ma il
punto è se siamo in cammino. Se questo è una nostra ricerca. Se tendiamo a crederci.... ( e poi se vogliamo anche…. che l’Ascolto
della Parola è nutrimento essenziale per un vero discernimento …. Ma qui
andiamo oltre…).
·
MUTARE
Cambiare/Trasformarsi/Innovare/Sperimentare/Provare/Osare…Sono le parole di
fondo di questa epoca. O almeno così sembra. Anche se forse non è poi così
vero. Alla fine la ricerca del punto di
equilibrio tra conservare e riformare è sempre stato uno degli assi su cui si è
giocata la storia. Perché in fondo mutare è un atto naturale. E’ parte della
vita. Tutto cambia. Sempre. E mutare non è tradire. L’adulto non è il
tradimento del bambino. L’albero non è il tradimento del seme. In natura nulla
resta immobile, uguale a se stesso. Nulla tranne ciò che è senza vita. E’
innaturale cercare di non cambiare. Il tradimento non è il cambiamento. E’ il
provare a fermare il corso delle cose.
·
CONNETTERE
Essere connessi. Condividere…. Altre parole chiave del nostro tempo. Apparentemente.
Ma alla fine, in fondo, solo un altro elemento essenziale di ogni vita e di ogni
tempo. Abbiamo bisogno di costruire e mantenere relazioni. Con gli altri. Tra
persone. Abbiamo bisogno di ricondurre ad unità le singole esperienze. Di
cercare una cornice di senso in cui inserire le specificità belle ma parziali.
Per non sentirci anche noi frammentati e parziali o privi di senso.
Alla
fine per me si tratta di questo. La
chiave non è l’integrazione, ma la connessione. La chiave non è il sistema, è
la rete. Il sistema è un insieme di elementi connessi tra loro in un tutt’uno
organico e funzionalmente unitario. Il sistema è il tutto cui noi apparteniamo.
La rete è una struttura relazionale. E’ un insieme di soggetti e di relazioni.
Di nodi, di fili e anche di buchi. Di spazio vuoto.
Forse una volta le persone aderivano ad un’organizzazione per
essere e sentirsi parte di un sistema. Perché aderire era un’identità. E a questa organizzazione chiedevano e davano
tutto. (forse, perché poi la mitologia supera sempre la storia).
Forse oggi le
persone utilizzano l’organizzazione come un link. Costruiscono organizzazioni
come ponti. L’associazione non è un valore in sé. E’ una connessione per
mettersi in contatto con altri ed altro. Persone, idee, esperienze….
Che tipo di relazione voglio costruire tra persone ed
organizzazione nasce da qui. Ma anche che tipo di relazione voglio costruire
tra le diverse parti dell’organizzazione nasce da qui.
Non è arrendersi a qualcosa che è “meno” di ieri. E’ avere la
curiosità di sperimentare qualcosa che è “diverso” da ieri. Ma che da ieri
nasce e di cui è in qualche modo la naturale mutazione.
· ORIENTARE:
Per andare, abbiamo bisogno di punti di riferimento. Senza, non sappiamo
scegliere la direzione. Se in questo momento mi chiedessero dove è il sud non
saprei rispondere. Vuol dire che i punti cardinali non esistono più? Che sono
un sistema superato? No. Esistono. Ma per me oggi non sono efficaci. Non mi
dicono niente. Non mi aiutano ad orientarmi. Allora io oggi ho bisogno di
indicazioni in grado di orientarmi che sono altro dal solo nord/sud.
E poi. Non bastano solo i punti cardinali. Mettiamo che io sia
nata e vissuta in un piccolo paese. E che in testa io abbia la mappa del paese.
E improvvisamente mi trovi a Londra. Non mi basta sapere dove è il nord e
sud. Io ho bisogno di altro per orientarmi. Il “centro”, il luogo della
socialità, “la piazza” è per forza nel mezzo? Esiste un solo “centro”? Ha la
forma di piazza o è una stazione, un parco, un centro commerciale, una
chiesa?..... Abbiamo bisogno di sapere che esistono molte città oggi. Che sono
fatte in modo diverso. E che non sempre la nostra mappa (fatta di sapere ed
esperienza) ci aiuta ad orientarci.
E
poi dobbiamo scegliere. Cosa ci interessa? Su cosa voglio tenere le antenne
puntate? Siamo come certe parabole grosse fuori dai balconi. Prendiamo un po’
di tutto. Ma se ci interessa davvero qualcosa dobbiamo girare la parabola per
prendere bene quel canale. Oggi su cosa ci interessa essere sintonizzati? Roma?
Bruxelles? Gli Stati Uniti? La Cina? L’Africa? I singoli paesi in cui viviamo?
Quindi il tema sono.... LE RISORSE
Il concetto
di risorsa è in relazione il concetto di difficoltà, di condizione rischiosa. Risorsa etimologicamente rimanda al latino
“resurgere” che significa sorgere, dirigere dal basso all’alto secondo
l’immagine dell’acqua che sgorga. La risorsa agisce nella condizioni di
sfiducia o negative. La risorsa emerge da sotto (da dove non era visibile).
Dove (consapevolmente o no) era conservata come riserva. La risorsa è quel
qualcosa che permette di reagire alle difficoltà.
Allora,
a fronte di un Paese in difficoltà. Di persone in difficoltà. La domanda di fondo è:
LE
ACLI SONO RISORSA PER LA SOCIETA’?
Non
basta rispondere di si. Serve saper dire che risorsa sono. E serve che l’esserlo
sia provato. E riconosciuto anche da altri. Fuori da noi. Altrimenti è una
storia consolatoria che ci raccontiamo da soli. Per affetto. L’affetto conta.
Ma non basta.
A me
pare che la chiave sia attorno a questi nodi:
POPOLO ---- DIRITTI ---- COESIONE SOCIALE --- RAPPRESENTANZA
Per
me la chiave del nostro essere POPOLARE sta
qui. Noi siamo parte del popolo. Siamo come gli altri. Siamo un pezzo di
comunità. Noi (da dentro) possiamo costruire nelle comunità relazioni con le
persone attorno al tema dei DIRITTI.
Relazioni che diventano occasione di studio, di approfondimento, di confronto…
e tutto questo diventa consapevolezza. La consapevolezza diventa aggregazione
(e COESIONE) e mobilitazione. La
mobilitazione diventa azione che chiede RAPPRESENTANZA.
Ma
non nel senso che noi rappresentiamo. Nel senso che noi aiutiamo le comunità
(di cui siamo parte) a rappresentarsi.
Se saremo presenti e credibili compagni di viaggio a volte la comunità
sceglierà noi per andare a rappresentarla in qualche luogo od occasione. Ma
molte altre volte sceglierà altri. Altrettanto credibili e presenti, si spera.
La nostra utilità sociale e il nostro “successo” non si misurerà con il numero
di volte in cui noi saremo scelti come reappresentanti. Ma da quanto la comunità avrà prodotto e
sperimentato e (a volte) ottenuto e conquistato.
Da
questo deriva la seconda domanda. Se l’identità che scegliamo è questa, se
siamo orientati alle comunità e ad un mestiere (lento, faticoso, poco produttivo) di
costruzione di legami, connessioni e consapevolezze….
In altri termini, a prescindere dalle ristrettezze economiche, cosa è importante e su cosa va investito? Cosa non è importante e va tagliato? Cosa va innestato?
COSA DENTRO LE ACLI E’ RISORSA?
In altri termini, a prescindere dalle ristrettezze economiche, cosa è importante e su cosa va investito? Cosa non è importante e va tagliato? Cosa va innestato?
Le Risorse “tradizionali” Sono
il patrimonio specifico. Spesso quello più riconosciuto. Con il rischio di
essere considerate “proprie” per natura. O con il rischio di essere considerati
“vecchi e superati” per definizione.
- Le ACLI: una identità. Una storia. Un marchio. 70 anni. L’essere popolari. Le 4 fedeltà (lavoro, chiesa, democrazia + futuro) e le 3 modalità di azione (formazione, azione sociale, servizi)…
- I Circoli: il punto in cui le persone che si mettono assieme, spazi/luoghi per… presenza nella comunità, in rete con le altre realtà del territorio.
- I Servizi: Per la capacità di rispondere concretamente a bisogni reali. Per la credibilità che si sono conquistati. Per l’attitudine imprenditiva. Per le potenzialità che hanno nello sviluppo del nuovo.
Gli innesti da
fare (o i germogli da sostenere)
Ne butto qui 3. Che a me sembrano importanti:
- Metodo progettuale: come modo per sperimentare un’azione efficiente, efficace e coerente (sostenibilità), come modo per sviluppare sinergie ed alleanze… Come modo per essere sempre alla ricerca dell’innovazione.
- Dimensione internazionale (e in primo luogo europea): perché la dimensione italiana non è più sufficiente.
- Nonviolenza: sembra che non c’entri niente. Ma per me è essenziale. Perché per me è connesso con il tema della pace. Ma anche con quello della democrazia. Con il modo con cui affrontiamo i conflitti. Dentro e fuori di noi.
Traccia dell'intervento al Consiglio Provinciale Acli Varese il 25.10.2014 sul tema "Che Acli vogliamo fare?"