L'abbiamo fatto tutte...



Ci fu (come per tantissime donne) l'esperienza di aborto spontaneo. Non lo sapevo ancora. Ero ricoverata per delle perdite. Il medico facendo il giro mi chiese notizie. Io misi in fila un po' di tempi e di valori. Lui guardò nella cartellina con gli ultimi esami, poi disse, senza guardarmi in faccia, mentre stava già uscendo dalla stanza "Signora, ma lei mica é più incinta, con sti valori è chiaro che non c'è più, é andato", non l'ha capito?". E io sono rimasta lì, con le lacrime che scendevano mentre non capivo più niente. Non capivo se mi stava brutalmente preparando a quello che sarebbe inevitabilmente successo. O se mi stava dando notizia di qualcosa che era già accaduto. Furono le compagne di stanza a starmi vicino, a consolarmi, a dirmi che no, non era normale dirmelo così.
Il giorno dopo mi dissero che ci voleva il raschiamento e mi portarono con la sedia a rotelle fino alla sala operatoria. E mi mollarono lì, vicino ad una tenda. Non so esattamente per quanto. Ma fu un tempo che mi sembrò infinito. Sentivo i medici che chiacchieravano e si lamentavano "che palle, mo, che è tutto il giorno che facciamo interruzioni e raschiamenti, io voglio fare i parti, oh, mica sta roba". E quell'altro rispondeva "che prima li fanno e poi non li vogliono, o non sanno nemmeno tenerseli in pancia" E io li, ad un passo da loro che con le lacrime che scendevano pensavo solo che anche io avrei preferito fare un parto e non questo, ma mi sentivo come una che, in effetti "non avevo saputo nemmeno tenerlo in pancia".
Questa é stata la mia esperienza all'Ospedale Casilino.
Quando, fortunatamente, ci fu una nuova gravidanza, andai al Fatebenefratelli. Travaglio lungo. Stanca morta e dolorante. Me lo ricordo che, nonostante in teoria fossi preparata, mi stupii del fatto che loro realmente lo lasciassero subito sempre lì con me. E che pensai: "Ecco, di tutte le cose che ho fatto nella vita, questa é forse la prima che é davvero davvero irreversibile. Davvero, davvero per sempre. Da qui in poi, qualsiasi cosa accade, io sarò sua madre per sempre". Mi ricordo che dissi all'infermiera "Ma come faccio? Non credo di riuscire a non addormentarmi dopo tutto quel che c'è stato..." lei mi rispose "Non preoccuparti, ci sono le sbarre apposta, non cade. Te lo metti vicino, dormite assieme, vedrai che riposate entrambi".
L'abbiamo fatto tutte, mille volte, di addormentarci allattando. Lei è stata solo infinitamente più sfortunata.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

La Bosnia. I profughi. L'Europa. La Bosnia é un luogo che non ha più voglia di presentarsi come "quella della guerra". 30 anni...