Dalla Comunità alla community?


Comunità e community, locale e digitale: che tipo di professionalità emergono da questo incontro? Così è nato il percorso di Alta Formazione Community Manager, durato un anno e conclusosi lunedì 17 dicembre 2018, con un seminario finale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Aprono l’incontro Ivana Pais ed Enrico Orizio, rispettivamente coordinatrice e tutor del percorso, i quali espongono brevemente le tematiche trattate durante l’anno e presentano la mattinata come occasione di rilancio per nuove domande.

immagine pais e coordinatore

Successivamente lasciano la parola alla prima tavola rotonda sul Community Manager nel Welfare, presidiata da Flaviano Zandonai (segretario di Iris Network), in cui intervengono Francesca Santaniello (inPatto Locale), Erika Mattarella (Direttrice della Casa del Quartiere Bagni Pubblici di via Agilè di Torino) e Paola Villa (assistente sociale, animazione di comunità ed esplorazione periferie ACLI). 

prima tavola rotonda

Inizia Zandonai: «La dimensione del rigenerare i tessuti sociali ad ampio raggio dentro i processi di sviluppo urbano è una variabile molto forte che connota il ruolo del community manager nel campo del welfare». Prosegue Mattarella sostenendo che il lavoro del community manager sia tanto intellettuale quanto pratico, aspetto sottolineato anche da Mattarella: «Bisogna ragionare su una costruzione quotidiana dell’essere in rete, questo è il vero succo di quel costruire confronti ragionati sugli sviluppi territoriali». E del territorio parla anche Paola Villa, trattando il tema degli animatori di comunità: l’idea è di riscommettere sulla radice tradizionale degli animatori sociali dei circoli degli anni 40, recuperare valori e competenze che ci sono da sempre ma che oggi devono essere trasformati nel nuovo contesto. «Professionista, operatore e attivista di politiche»: tre elementi che secondo Santaniello formano il community manager, una professione che richiede pazienza, ma anche senso di urgenza e necessità di rottura. La prima tavola rotonda si conclude ragionando intorno al digitale, come spazio di immaginazione e di possibile, luogo reale da abitare e non solo strumento.

Marta Mainieri (Presidente di Collaboriamo) apre la seconda tavola rotonda sul Community Management nelle piattaforme digitali, con ospiti Marco Pinna (head of media Scuola Zoo), Alfredo Morresi (Senior Community Manager Google) e Nicole Mandelli (Trips Market Manager Airbnb).

seconda tavola rotonda

Mainieri inquadra il discorso sottolineando l’importanza della figura del community manager poiché con l’avvento del digitale e dei social media è cambiato il nostro rapporto con i servizi: «le persone usano un servizio solo se ne riconosciamo un valore e così ne diventano co-produttrici attive». Pinna conferma questa tesi, raccontano l’obiettivo di ScuolaZoo: migliorare la scuola partendo dal basso e dall’interno, creando prodotti e servizi per stare vicini alle persone offline e online. Sui social, per esempio «inizialmente gli utenti mandavano contenuti che poi noi postavamo, adesso sono alcuni di essi a postarli: abbiamo dato la password del nostro account instagram, per tenere ingaggiati gli utenti che creano contenuti». Anche Morresi sostiene l’attività degli utenti, che vanno supportati con spontaneità: «cedere una parte di potere serve anche per favorire la diversità». Chiude Mandelli aggiungendo un particolare: «l’obiettivo oggi è avere una community self organized: il consumatore diventa co-produttore al punto tale da diventare leader». Ciò che emerge da questa seconda tavola rotonda è l’obiettivo di far vivere agli utenti un’esperienza migliore con il brand, stabilendo con essi un rapporto fiduciario, affinché diventino co-produttori e lead-user.

Chiude l’incontro Pais, suggerendo come potrebbe essere interessante un futuro incontro dove poter far parlare tra loro questi due mondi in un confronto diretto.


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