Senza atomica


A quasi 80 anni da Hiroshima e Nagasaki.
A 60 anni dalla Pacem in Terris.
A 5 anni dalla approvazione del trattato.
A 2 anni dalla sua entrata in vigore.
Dopo 95 Paesi tra Stati parte e firmatari.
Alla vigilia della Festa della Repubblica.
Chiediamo, a chi ci governa, il coraggio di un gesto profetico.
- Avviare i negoziati per la ratifica del trattato di non proliferazione nucleare.
- Che l'Italia partecipi, almeno come osservatore, alla assemblea di New York di fine anno.
Siamo consapevoli del periodo storico in cui viviamo.
Siamo pienamente solidali con l'Ucraina.
Siamo persino coscienti che ci sono opinioni diverse su tante cose.
Ma riteniamo che vada quantomeno posto un argine.
Riteniamo che l'orizzonte nucleare non possa essere considerato normale.
Riteniamo che la non ratifica del trattato non aiuti né l'Ucraina né nessuno.
Siamo convinti che la corsa al nucleare dia una illusione di nostra maggior sicurezza, ma in realtà aumenti l'insicurezza di tutti.
Chiediamo, come dice la Pacem in terris, a tutti gli uomini e donne di buona volontà, di affiancarsi alle associazioni cattoliche e movimenti laicali che in Italia stanno portando avanti questa strada, in rete con tanti altri nel mondo.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

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