Hai presente Kickstarter?




Lo dico a voi perché mi sembrate i più smart. E perché mi sembra in linea con le cose che state scrivendo e proponendo. Ma non mi va di comparire con il mio nome.
Avevo persino pensato di farlo sul mio territorio con le mie Acli. Non è stato tanto il problema economico che mi ha fermato. E’ che se fai partire queste cose poi ci vuole qualcuno che ci stia dietro. E in fondo poi forse ha più senso in dimensione nazionale.
Hai presente Kickstarter?
Kickstarter è un sito web di crowdfunding per progetti creativi attraverso cui sono stati finanziati diversi tipi di imprese, tra cui film indipendenti, musica, spettacoli teatrali, fumetti, giornalismo, videogame e imprese legate all’alimentazione…
In Italia le piattaforme di crowdfunding sono 41. Nel 2013 erano 27. La prima piattaforma italiana (Produzioni dal basso) sta per compiere 10 anni e con questa modalità sono stati finanziati progetti per 30 milioni di Euro.
Il crowdfunding è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. E’ una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. E dal momento che abbatte le barriere tradizionali dell’investimento finanziario è spesso usato per promuovere innovazione e cambiamento sociale.
Perché come Acli non lanciamo una piattaforma del genere destinata al sociale? Non nel senso di lanciare la ricerca di un singolo finanziamento per un nostro progetto. Nel senso di lanciare una piattaforma. Uno spazio in cui piccole realtà, a partire dai nostri circoli, possano cercare fondi e contatti per realizzare le loro attività sociali.
Per esempio, l’associazione di un paese che vuole comprare il defibrillatore o l’ambulanza o che deve sistemare il parco pubblico o che vuole fare un’iniziativa… lancia l’idea e mobilita. E potrebbe essere un modo per raccogliere fondi ma anche volontari per l’attività.
Come Acli faremmo un servizio utile a tutti, amplieremmo il numero di contatti e relazioni. E valorizzeremmo strumenti ed opportunità della tecnologia di oggi per fare cose che in fondo abbiamo sempre fatto. Cioè fare rete e metterci a servizio delle comunità.
Ma sarebbe anche un modo per entrare in contatto con gente giovane e brillante che ha idee di innovazione sociale.
Non dovrebbe costare molto da avviare. E per il mantenimento si potrebbe pensare a una forma di piccola percentuale sulle campagne che rende l’esperienza sostenibile.
Perché non proviamo?

Post pubblicato sul blog di dibattito congressuale Acli www.piugiusto.org 

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