Che bella la nuova palestra!


Primo esperimento di reincontro. 
La nuova palestra di judo é ampia, bellissima, colorata e spaziosa. 
Cercando il passo giusto. Cercando il giusto passo. 

Turisti a Roma

Primo pomeriggio di un sabato di maggio di fase 2b. 
Trastevere e dintorni. Poche macchine. Tante bici e monopattino. Alberghi chiusi. Bar, gelaterie, ristoranti e grattacheccari aperti. 
Roma in versione inedita, resta gran bella. 

Il computer è pieno


Il computer é pieno.
Il telefono é pieno.
Lo spazio di archivio online (già ampliato) é pieno.
La testa é piena. 
Ogni azione semplice richiede mille passaggi lenti e si blocca mille volte. Nulla va più in automatico.
Ogni tentativo di pensiero lungo o di programmazione si blocca su mille forse e mille scelte e mille richieste su altro. 
Lavoro, vita, famiglia, scuola, casa sembrano non riuscire più a convivere.
Sembra? 
La fase 2 è più complessa della fase 1.
Si sapeva.
Ognuno deve attrezzarsi e costruire nuovi equilibri e nuove strategie. Mentali ed organizzative. Ok.
Ma la costruzione di una forma diversa di scuola serve anche a questo. Serve a poter pensare che settembre non sarà come ora. E che non saremo costrette a scegliere tra scelte tutte ugualmente insostenibili. 
(Che già dall'8 giugno c'è una liberazione che però richiederà nuovi sforzi di fantasia ed energia creativa!) 

Fase2b



Il segno del nuovo passaggio di fase è il ritorno del rumore delle palline sul campo sotto casa.
Dalle 8 del mattino. 

Un passo alla volta. 

Scuola


Dopo di che, il tentare di trovare il modo per ricominciare  a fare tutto, tranne la scuola, non è un problema dei genitori. 

E' un errore sociale, morale e politico.

Grave. Secondo me. 


Li abbiamo fatti reincontrare...



Li abbiamo fatti reincontrare.
Così vediamo che ci siamo ancora fisicamente, tridimensionali, dice uno. 
Nel giro, con i monopattini e mascherine, ci hanno sempre lasciati un po' a distanza. Loro che avevano appena iniziato a sperimentate un po' di autonomia e si sono trovati fermi, chiusi dentro, 24 ore su 24 con mamma, papà e fratelli. Si sono presi qualche boccata d'aria e l'ebbrezza di uno scatto in velocità. Capitombolo compreso. 
Noi ci siamo dette che sono belli.
E che socchiudere le porte farà tornare i conflitti ed i silenzi, facendo sparire i fin troppo responsabili che si sono costretti ad essere nell'ultimo periodo. Ma é giusto così. 
Da che parte andiamo?
Passiamo davanti a scuola? 

Acrostici




Per il grande era un compito.
Per il piccolo è stato un diversivo.

Comunque un modo per tirare fuori qualcosa.
Perchè non è che stanno bene.
Sanno di dover stare bene. 
E si adeguano. 
Ma ci sono energie nascoste... 


CORONAVIRUS

Ci sono
Onde
Rosse.

Oppure
Nere.

Anzi
Viola.

Invece che
Rosse, sono
Uguali.

Sempre.

COVID

Come sono le onde?
Ondulate, piene di
Vita.
Incandescenti,
Dove c'è il sole.

COVID

Con paura e
Oppressione
Viviamo
In quarantena anche
Domani

CORONAVIRUS

Con
Ottimismo
Ricominciamo
Oggi
Nonostante
Ancora
Vi sia
Il
Rischio.
Uscire
Si potrà.

CASA

Ci sono case
A cui
Siamo molto
Affezionati.

FUORI

Fuori oppure dentro?
Uguale
Oppure diverso?
Rimane sempre
Il mistero...

DENTRO

Dell'
Energia
Nata tra
Tanti
Rumori
Oscuri...

APERTO

Allora giochiamo a
Palla? Per favore, seppure
Energicamente,
Rispondi alle mie domande!
Tu dimmi qualcosa!
Oppure io non ti dirò più niente...





Libro delle vacanze in coronatimes


Le maestre hanno mandato l'avviso per il libro delle vacanze.
Reazione di mamma: Evvai che manca poco!
Dubbi di figlio: ma anche quello dobbiamo fotografarlo e caricarlo?!? 


Solidarietà spicciola


Ieri ci siamo visti dal balcone.
Le mamme parlavano a tenere
banco, al solito.
I padri intervenivano, più sobri ma presenti, normale.
I fratelli gironzolando attorno, sapendo a modo loro di essere di contorno in quel momento.
I figli, grandi amici, per lo più tacevano.
Qualche scambio su scout, che però era un video da realizzare.
Qualche scambio su scuola, che però era l'ennesima fatica di una ennesima ricerca da fare. 
È stato bello vedersi.
Emozionante pure, direi. Volevo fotografarla per fissarla, quell'immagine di famiglia mascherata con lo sguardo in su. 
Fosse stato "prima", in questa situazione ci saremmo già detti: "Noi andiamo al parco, volete un passaggio e andiamo tutti?" O almeno "passiamo a prenderlo e viene lui ?" O "aspetta che scende e fa il giro con voi". 
Quella solidarietà spicciola e naturale tra famiglie aveva una forza molto potente. E oggi mi manca, tantissimo.

Cosa vuol dire fare animazione di comunità, oggi?

Cosa vuol dire fare animazione di comunità, oggi?
E’ qualcosa di utile, in questa fase di emergenza? 
Non abbiamo risposte. Ma ci sembra di avere alcune, poche, certezze di premessa: 
ANIMARE
- E’ porsi le domande.
- Fare emergere i temi sentiti dalla comunità.
- Non rispondere individualmente.
- Non rispondere astrattamente.
- Partire sempre da ciò che c’è.
- Ricordare che c’è sempre più di quanto noi riusciamo a vedere. 
COMUNITARIAMENTE
- Per rispondere comunitariamente serve costruire spazi di dialogo e di ascolto profondo.
- Gli spazi di dialogo ed ascolto non nascono spontanei. Vanno pensati, curati e protetti.
- L’emergenza non appiana automaticamente le divergenze e le diversità esistenti. Anzi, l’oggi esaspera le diversità e le disuguaglianze preesistenti. Le fatiche personali e le condizioni emotivamente difficili di ognuno accentuano i punti di frizione. 
CONCRETAMENTE
- Per rispondere concretamente serve far dialogare le idee con la realtà.
- La realtà non è mai completamente visibile, ma per vederne almeno una parte servono più punti di vista.
Allora, cosa vuol dire animazione di comunità, oggi?
Anche qui, solo qualche spunto per riflettere sulla postura da assumere: 
- riconoscere dignità all’alterità. Le comunità sono differenti, le città sono differenti, le persone sono differenti, i momenti che stiamo vivendo sono differenti, le strategie per adattarsi al presente sono differenti. Non c’è unificazione possibile (che non sia autoritaria) in un unico orientamento e in un unico sentire. Ciò che accomuna tutti è il trovarsi di fronte a ciò che sta accadendo. Ci accomuna la domanda. Non la risposta. 
- Riconoscere il valore della persona umana. Al di là del ruolo e della struttura organizzativa esiste una potenzialità ed un valore in ognuno di noi come persona, che spesso non riusciamo a mettere a fuoco o non valorizziamo a sufficienza. Esiste però anche un limite ed una fragilità, di ciascuno di noi, in quanto persone. Anche di questo non siamo spesso consapevoli. 
- Riconoscere che nessuno di noi, singolarmente, possiede una visione complessiva della realtà. Per dare conto della complessità di questa realtà sono indispensabili più punti di vista da tenere insieme. Approcci e sguardi provenienti da territori, posizioni, ruoli, sensibilità e competenze differenti. 
- Promuovere un noi riflessivo. Occorre riflettere ed necessario farlo assieme. In questo momento difficile si sente il bisogno di fare maggiore chiarezza, di mantenere la lucidità, ma riflettere ora è difficile e non viene naturale. E’ legittimo sentirsi spaesati. L’emergenza sposta tutta l’attenzione sul tema della decisione. Quindi provare a riconoscere che riflettere con gli altri è un processo utile e necessario ci conduce alla necessità di promuovere contesti che aiutino a farlo. 
LA COMUNITA’
- Quale comunità? Le comunità sono cambiate. Diversi sono i bisogni e i desideri delle persone. E oggi ci chiediamo: ha senso continuare a fare quello che avevamo previsto di fare (anche se con nuove forme) o serve rivedere le attività, le azioni e ripensarsi in un contesto mutato? 
- E’ possibile una comunità virtuale? Siamo nel tempo del distanziamento. Che rapporto c’è tra comunità fisica e comunità virtuale? In questa situazioni quali sono le comunità di riferimento? Prima del Coronavirus contrapponevamo, per lo più, la comunità fisica alla community, la comunità reale a quella virtuale. Oggi siamo solo online. O noi diciamo che oggi non c’è nessuna reale comunità, oppure siamo costretti a dire che la comunità virtuale è anche un po’ reale e ha delle implicazioni. Se siamo costretti a modificare la nostra idea di comunità virtuale siamo anche costretti e ripensare alla comunità che consideriamo fisica e reale. 
LA COMUNITA’ OGGI NON VA SOLO ANIMATA, VA PRIMA DI TUTTO RI-ESPLORATA

I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...