Cosa ci ha detto il Papa (Fase I: gli anni 40-50)


Nel 1946 il Papa si rivolge alle migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici cattoliche che le Acli rappresentano e richiama le Acli a 3 fedeltà (un po' differenti da quelle del celebre discorso di Pennazzato di qualche anno più tardi) Siate fedeli a Dio! Siate fedeli alla Chiesa! Siate fedeli alla Patria! La declinazione di fedeltà alla Patria pur nella diversità di fase storica mi pare utilissima anche oggi: 

L'Italia in questa ora critica è come una nave percossa dalla tempesta (...) In tali momenti una cosa è necessaria: che ognuno compia il suo dovere e che tutti facciano causa comune, mutuamente aiutandosi. Unitevi, diletti figli e figlie, contro tutto ciò che è crasso egoismo, turbamento dell'ordine pubblico, violenza e rivolta, propaganda di odio. La vostra Patria ha bisogno della cooperazione di quanti sono buoni, onesti, volenterosi, capaci, anche se vengono da campi politici diversi; ha bisogno di un lavoro indefesso, frutto di abnegazione, di pazienza e di tenace costanza. Ecco ciò che l'Italia attende da voi e che voi dovete essere orgogliosi di dare al vostro Paese come probi cittadini e cattolici esemplari. 

Nel 1948 i complimenti per la crescita dell'associazione sono accompagnati da un chiaro ammonimento, interessante e di piena attualità per l'associazionismo: 
Attenti però ! Le istituzioni, come gl'individui, sogliono passare per una crisi di crescenza, che può avere i suoi pericoli e le sue delusioni. Non lasciatevi troppo esaltare o illudere dal crescente numero dei nomi sulle vostre liste o degli acquirenti delle vostre pubblicazioni. Domandate piuttosto ciò che vale ciascuno di quei nomi.  

Voi potrete soltanto allora felicitarvi pienamente e senza riserva del progresso della vostra Associazione, quando alla organizzazione, che agisce in alto, corrisponderà in basso la vita dei singoli gruppi particolari e di ciascuno dei loro membri. Poichè delle due l'una: o le « Acli » vivranno della vita dei loro singoli elementi, e dureranno; in caso contrario, la loro vita sarebbe fittizia, e non potrebbe essere che effimera.    

A che gioverebbero i soli nomi sulle liste, se coloro, che li portano, non vi fossero iscritti che come semplici unità, se ciascuno non fosse nel suo gruppo particolare, nel suo campo di lavoro, sempre più intimamente e saldamente unito a tutti gli altri lavoratori cattolici, i quali, sotto il vessillo delle « Acli », non debbono avere che un medesimo pensiero e un medesimo volere, una medesima azione e una medesima astensione, le medesime tendenze e le medesime avversioni? (...)   
Fate dunque delle « Acli », con l'aiuto di Dio, l'organizzazione di una realtà vivente, di una realtà meravigliosa, di un cristianesimo vivo nel mondo del lavoro. Poiché al tempo nostro manca precisamente questa realtà vivente, al difetto della quale nessuna organizzazione ad oltranza, di cui oggi si ha il culto, per non dire la superstizione, potrà mai supplire. (...)  

Interessante. L'ambito è il mondo del lavoro. Ma anche il bisogno di mettere al centro la realtà vivente. E quel richiamo al rischio delle "organizzazioni ad oltranza" che non possono in alcun modo supplire alla realtà che incide nella vita delle singole persone.

Nel 1955, davanti ad una piazza strapiena di gente, il Papa annuncia l'istituzione della festa di San Giuseppe Lavoratore. E (ancora una volta) la benedizione si collega all’ammonizione:

E benedice questi vostri sforzi, e specialmente i corsi e le lezioni che opportunamente organizzate (...) Non si farà mai abbastanza in questo campo; tanto grande è il bisogno di una formazione metodica, attraente e sempre adattata alle circostanze locali.   
si eviti con ogni premura che il felice esito del lavoro generoso, speso per stabilire ed estendere il regno di Dio, venga intralciato o fatto naufragare col cedere ad ambizioni personali o a rivalità di gruppi particolari.    

La formazione delle persone (e in primo luogo dei lavoratori) è il centro dell’identità aclista. E quel “con ogni premura” sembra stare ad indicare la cura e l’attenzione necessarie per prevenire e gestire le dinamiche connesse con ogni dimensione di gruppo e che rischiano di intralciare o far naufragare anche il lavoro generoso. L’immagine che sembra emergere non è una divisione netta tra chi offre lavoro generoso e chi cede ad ambizioni personali o alla rivalità ma una compresenza di dimensioni positive e negative in ognuno e la necessità per tutti di farsene carico.

Nel 1956 Il Papa parla alle Acli come luogo e strumento di formazione ed unione dei lavoratori cristiani.   

Le Acli racchiudono in sè una forza viva ed intrinseca, che, interamente spiegata, contribuirà efficacemente ad affrettare l'auspicato avvento della vera pace sociale. 

Verrebbe da scriverla quanto meno al condizionale. Ma forse il nodo non è lì. Forse il nodo sta nel non confondere strumento e destinatario. Mezzo e fine. Le Acli sono strumento al servizio dei lavoratori, per la promozione dei lavoratori. La forza viva è intrinseca ai lavoratori, non alle Acli.

Nel 1957 il messaggio del Papa è legato al Convegno "L'automazione e il mondo del lavoro". E' un messaggio che entra nel concreto dell'approfondimento e sembra colpire (il Papa del 1957 così come noi oggi) la capacità ed il coraggio di stare con competenza sull’attualità:

A voi, esimi studiosi, il Nostro compiacimento per la perizia e l'ardire, con cui affrontate e approfondite un problema così vasto e delicato, ponendovi quasi a modo di ponte tra la scienza pura e la vita pratica dell'economia, della tecnica e dell'amministrazione. 
Ci è nota l'ardua complessità del problema che, secondo i differenti aspetti, si presenta ora come promessa ed ora come minaccia. È opportuno che a questo impervio terreno si acceda non soltanto a guisa di scienziati e di tecnici, ma anche di sociologi e di cristiani, poichè un errore nella impostazione del problema si ripercoterebbe con grave danno, sia sui valori materiali che su quelli morali e spirituali, nel singolo uomo inseparabili. 



I circoli di lavoratori: cellula base del movimento aclista dalle origini

I circoli esistono da quando esistono le Acli. Nella Acli della nascita, il circolo di lavoratori è la “cellula base” del movimento. I nucle...