E quel che mi resta in testa è la convinzione che il rapporto tra Acli e politica sia uno dei nodi (parzialmente) irrisolti di questa associazione. E che riuscire a trovare il punto di equilibrio in questo rapporto vorrebbe dire riuscire a risolvere (almeno parzialmente) anche il tema dell'identità e della mission...
Che vuol dire equilibrio nel rapporto con il potere ed il denaro.
Ma anche rapporto con il sogno, con l'orizzonte, con la prospettiva...
E con i padri. E con il tempo...
E poi nella relazione del Presidente c'era la fantomatica parola: congresso!
E qui restano più domande che risposte...
Cosa c'entrano i congressi con la politica?
Cos'è in fondo un congresso?
Una scelta di direzione? Un confronto di idee? Un momento di sintesi o di lacerazione?
Oppure una bolla sospensiva dalla realtà? un rito da celebrare? una gara da vincere? un dazio da pagare? una prova di sopravvivenza?
La democrazia (anche interna) è un valore. Innegabile ed irrinunciabile.
E la dimensione di scelta tra più istanze o persone non è un disvalore.
Ma le forme in cui la viviamo fanno fatica ad essere generative di senso.
Alternative? Non ne vedo.
Vedo il bisogno di capire come darci strumenti per non smarrirci.
Personalmente e associativamente.
(O almeno per limitare i danni...)
Addendum: grazie a Davide che alla domanda "cos'è un congresso?" risponde così...
Di acqua e di respiro
di passi sparsi
di bocconi di vento
di lentezza
di incerto movimento
di precise parole si vive
di grande teatro
di oscure canzoni
di pronte guittezze si va avanti
di come fare
di come dire
di come fare a capire
di alti
di bassi
battiti del cuore
fasi della luna
e ritmi della terra
di intelligenza
di intermittenza
si vive di danze
di ballo sociale
di una promessa
di un faccia differente
di mediocri incontri
di bellezze
di profumi ardenti
di accidenti
rotolando si gira, si balla
si vive, si fa festa
quella, questa
si picchia forte col piede
nella danza
e si sbaglia il passo
si vive di fortune raccontate
e di viaggiare
e si cammina stanchi
è di lavoro
è opposizione
è corruzione
si vive di lenta costruzione
e di tempo che ci inchioda
e di diavoli al culo
di fianchi smorti
di fuochi desiderati
si vive di pane
di speranza di bere
un vino buono per l'estate
rotolando si vive
di discorsi leggeri
cori
di maschere notturne
canto e discanto
e giù divieti
e oli sulla pelle
e sorrisi di fantasmi
e fantasmi fotografati
e giù campane annuncianti
si vive di sguardi fermi
di risposte folgoranti
di lettere partite
che aspettiamo in cima al mistero
di essere così soli.
Di questo si vive
e di tant'altro ancora
che inseguiamo come i cani
respirando dal naso
per finire invece
ancora sorridenti, ancora abbaianti
di un dolore a caso.
(Discanto - Ivano Fossati)