Giustizia e pace si baceranno? (giorno 1)


Ci vuole più tempo per tornarci sopra. Ma il primo giorno di #acliarezzo2015 è andato e per ora mi appunto solo, in modo un po' confuso e frammentato, alcuni stimoli.

Titolo: Giustizia e pace si baceranno.
Io: giustizia e pace si baceranno?
Davide: in questo mondo?
Suor Giovanna: non serve né punto interrogativo né punto esclamativo. Non è promessa, è visione. Senza visione non si può fare.
E mi viene in mente l'episodio "Se lo vedete cominciate".
E mi viene in mente don Alberto con la riflessione sul Regno.

Come combattere le disuguaglianze.
Ognuno a suo modo e con ampia quantità di grafici e dati, a me pare che tutti i relatori abbiano contribuito a disegnare il quadro di un paese bloccato in cui impegni e doti individuali non sono sufficienti a permettere a ciascuno di cambiare un destino già scritto.
E viene in mente, ovviamente, don Milani.
E viene in mente il "far spazio ai poveri senza farsi spazio con i poveri".
E come questo oggi necessiti, anche politicamente, di tornare ad essere il tema del dibattito e di elaborazione di proposta.

Quali disuguaglianze.
Età, genere, nord/Sud. Sono emerse.
Ed agli esperti chiederei, esistono anche differenze tra città e campagna? Un po' la distanza tra smart city ed aree interne?
Ma nel complesso è indubbio che colpisca l'enorme sbilanciamento generazionale. Che però dopo i grafici di oggi mi appare anche più chiaro: non è questione di guerre tra classi di età. Non è questione di anziani con più peso politico dei giovani. E' questione di una società bloccata, che non riesce a ridisegnarsi sull'oggi, né ad essere proiettata sul domani.
Un paese sostanzialmente insostenibile.

Quale sviluppo.
Non c'è sviluppo sostenibile se si permettono disuguaglianze insostenibili.
Ma a me pare che ieri sia emerso anche di più.
Crescita, povertà e disuguaglianza sono tre questioni da leggere assieme.
Pace e giustizia ed il bacio declinato al futuro.
Il bisogno di ridisegnare una ermeneutica dell'oggi. 

La possibilità di essere lobby di futuro.
La nostra vecchia quarta fedeltà al futuro (che guarda caso, mi viene in mente ora, era contemporanea alla proposta provocatoria che ho sempre trovato eccentrica di "un bimbo un voto").
Ho bisogno di tornarci con calma. Ma è un nodo.

Cercate il vostro carisma specifico.
Qualcosa di cui c'è bisogno.
Qualcosa che sapete fare.
Per far spazio ai poveri.
Per essere costruttori di una società più giusta e in pace.
Non lo so. Ma credo c'entri qualcosa lo scegliere di non voler rappresentare una parte, una classe... Scegliere di voler rappresentare l'interesse complessivo, la fatica di tenere assieme, una forza che cerca di essere collante di ricomposizione... il poliedro, il popolo...
E vediamo da domani
cosa emerge...

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