Mirsada: 30 anni dopo: Non c'è contraddizione tra profezia ed organizzazione


Sono tra coloro che erano scesi dalla nave ad Ancona quel giorno. Ma non avevo mai sentito questa conferenza stampa. Tantissimi gli spunti interessanti, personalmente persino emozionanti, soprattutto ascoltando le vive voci. 


A 30 anni di distanza, il concetto di profezia lo trovo incarnato in modo anche diverso da quanto allora si intendeva: 


Il senso del limite, che è schiettamente onesto ma rifiuta la logica del vincere o perdere con Giovanni Bianchi che dice: la radice di questa missione è stato di aver capito che non noi facciamo la pace, ma la pace viene, credo che questo abbia uno spessore politico e uno spessore teologico. 


La guerra in Bosnia come fine della contrapposizione per blocchi ideologici e avvio di una frammentazione complessa che, marciando sulla pulizia etnica, alimenta e sostiene guerre locali tra bande. 

C'è bisogno di agire con grande pazienza, correndo qualche rischio, con molto coraggio e molta determinazione e intenzione. Cosa vuol dire interposizione nonviolenza quando non ci si trova più di fronte a due gruppi compatti ma ad una guerra tra bande? Abbiamo avuto modo di incontrare alcuni di queste bande, che non rispondono più nemmeno ai loro capi locali. Agire in questi contesti richiede molto tempo, molto monitoraggio, molta tessitura. La pazienza di tutti questi contatti si può imparare solo sul campo, non si può imparare da lontano. Andare verso la guerra ci ha fatto capire cosa serve per agire per la pace. Questo ci pone problemi nuovi, che abbiamo appreso.  (Giovanni Bianchi).  

La complessità della guerra richiede adeguata altrettante complessità di pensiero nostro, affinché da questo vengano poi proposte adeguate alla situazione.  (Raffaella Bolini)

Bisognerà definire degli obiettivi, con la profezia che spinge. Misurando le nostre forze  secondo l’intensità del bisogno che c’è e quella spinta che mi sento di chiamare profetica e che sa organizzarsi. Non vedo contraddizione tra profezia e organizzazione. (Giovanni Bianchi) 

 Il rifiuto di trovare capri espiatori nella normalità altrui: 

Con una apparente contraddizioni. La guerra avviene in alcune zone limitate. Superato un confine invisibile, poco più in là, la gente fa i bagni e così via. Ci sono zone dove la guerra è vissuta in tutta la sua ferocia, uccisioni, massacri, come si esce da quello spazio c’è una innaturale distensione psicologica, la vita sembra continuare secondo ritmi normali e questo stride molto ai nostri occhi. Ma la gente ha bisogno anche di questo per sopravvivere. 

A questo link la registrazione integrale:  http://www.radioradicale.it/scheda/55978

Nota esplicativa: 

Mirsda. Marcia di interposizione nonviolenta in Bosnia Erzegovina. Estate 1993. 

1500 persone partecipanti. Conferenza stampa al rientro ad Ancona. 




Giovanni Bianchi (ACLI) Raffaella Bolini (ARCI) Mons Bona (Caritas), Giorgio Bonelli (Ufficio Stampa ACLI) con rappresentanti degli Obiettori di Coscienza rispondono alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa che chiede una prima valutazione su quanto accaduto. 


Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

La Bosnia. I profughi. L'Europa. La Bosnia é un luogo che non ha più voglia di presentarsi come "quella della guerra". 30 anni...