La domanda di senso (9 di 11)

La domanda di senso. 
Quale senso? Quanto tempo di riflessione abbiamo trascorso su questo "senso"? 
Quanto abbiamo riflettuto insieme alle nostre organizzazioni sul senso delle nostre attività, aldilà dei vincoli logistici?
Cosa fate? Le attività già programmate alla luce della domanda di senso
- Molti progetti in corso sono stati interrotti, quindi ci stiamo concentrando sulla scrittura di
nuovi…
- Da noi tutto è bloccato, perché si facevano cose con le persone. E non possiamo più farle.
Ma questo ci obbliga a ripensare il nostro ruolo nella comunità.
- Noi avevamo laboratori di consulenza legale, di animazione, di educazione… tutte cose con
contatto diretto, che non si possono fare oggi. Però stiamo continuando lo stesso, a
distanza…: il supporto legale e il supporto psicologico vanno avanti online o al telefono, a
seconda di come vuole la persona. Loro chiamano il numero fisso della sede provinciale
che li mette in contatto con il professionista…
- Noi avevamo laboratori educativi, e quelli proseguono, online.
- Noi stiamo lavorando in particolare su famiglie ed anziani chiamando tutti quelli che erano
in contatto con noi, che avevano partecipato alle attività. Li chiamiamo al telefono. Facciamo
un po’ di compagnia così, telefonica. E poi sentiamo se hanno bisogno di qualcosa. La spesa,
le medicine, altro… E provvediamo con i volontari.
- Noi facevamo già il Banco Alimentare e il Banco Farmaceutico e quelli stiamo continuando a
farli, con i volontari.
- Noi avevamo lo sportello di ascolto e quello continua, al telefono.
- Noi stiamo recuperando il nostro specifico. Abbiamo sempre fatto cultura e cose di questo
tipo. Anche con migliaia di persone. Adesso stiamo decidendo di continuare a farlo,
- I circoli stanno dando una mano nelle proprie comunità. Come hanno sempre fatto.
- Noi siamo stati sollecitati da altre organizzazioni che hanno visto le Acli come qualcosa che
poteva essere utile. Quindi la possibilità di fare per noi è arrivata soprattutto da fuori.
- Le idee ci sono, ma poi è difficile passare dal pensiero alla possibilità di fare quando hai una
sede con una persona sola che deve occuparsi di tutto.
- Nell’emergenza ciò che stiamo cercando di fare è dare una mano a chi è nel bisogno. E il
bisogno da noi è il mangiare. C’è difficoltà legata alla difficoltà di fare la spesa. Portiamo
avanti il progetto eccedenze.
- Un progetto prevedeva una specie di coaching e stiamo provando a farlo online. Ci sono
interviste da fare ai commercianti per capire come si stanno organizzando. Ma per il resto è
tutto fermo
- Il lavoro con la scuola prosegue. Un po’ con le lezioni, un po’ facendo compagnia. Perché ci
sono genitori che non hanno tempo ma non è solo questione di tempo. E’ che anche gli adulti
non sanno capire ciò che sta succedendo, anche gli adulti sono spaesati
- Quello che so è che quello che facevamo prima influisce su quello che siamo oggi. Quello
che andava bene va rivisto ma regge. Quello che andava male già prima oggi non va più del
tutto. Come se l’oggi avesse spogliato completamente il punto di vista di tutto. Oggi il re è
nudo. Oggi sta venendo a galla tutto. Ciò che non è essenziale oggi si vede che non lo è.

Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.

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