Non chiediamo una rivoluzione bolscevica...


Raucci – Unione Inquilini 

La povertà non è una colpa.
Abbiamo 40.000 – 50.000 nuclei con disagio abitativo.
Se non guardiamo l'insieme e non proviamo a proporre soluzioni reali il disagio continuerà a rigenerarsi di continuo. E non potrà che aumentare.

Diasgio abitativo a roma più o meno per 50.000 – 55.000 famiglie.
9.000 sfratti emessi. Dati min. Interno.

Gli sfratti sono un problema. Ma gli sfratti sono solo la punta dell'iceberg. Di un problema più ampio.

Per quanto incompleti abbiamo dati sulle persone in attesa di alloggio, in graduatoria.
Abbiamo i dati delle persone che vivono in alloggi impropri (non censiti ma realistici).
Dall'altro lato abbiamo i dati delle persone che vivono con contributo di assistenza municipale.
Erano 1300-1500 due anni fa. Circa 200 probabilmente con un colpo di fortuna hanno saputo usare bene il buono casa. Mentre il doppio o il triplo probabilmente nel frattempo sono state cacciate da casa solo per problemi burocratici (non per mancanza di pagamenti ma per mancanza di documenti, di firme, di fogli...).
Che tipo di contributo ricevono questo persone?
Le persone vivono tra le entrate del reddito e le uscite fisse dell'affitto. O intervieni sull'affito o intervieni sul reddito. Se non fai nessuna delle due cose e intervieni solo una tantum con un contributo rischi di peggiorare la situazione perchè di fatto vai solo ad alimentare la richiesta di chi pretende che gli affitti si mantengano alti.

Il contributo all'affitto sostanzialmente non esiste più. Era una misura che permetteva alle persone in corso di impoverimento, che però ancora riuscivano a mantenersi a galla, di ricevere ogni tanto un rimborso di affitto pagato l'anno precedente.
La morosità incolpevole è una misura che abbiamo voluto. Ma oggi non funziona. A Roma non c'è nessun moroso incolpevole. E' possibile? Evidentemente la norma è scritta male.

Oggi siamo in una stuazione di drammaticità vera, che si è innescata con un sistema che ha attivato 3 questioni:
  • azzeramento dell'intervento ERP (non vengono fatte più case nuove. Si lavora solo di risulta)
  • azzeramento delle politiche per fasce sociali deboli (social housing di fatto a Roma è stata solo una truffa)
  • dismissione e cartolarizzazione delle case degli enti pubblici (80.000 alloggi in meno)

Che cosa potremmo fare?
  1. far capire che non è una emergenza temporanea
  2. far capire che continuare ad intervenire in logica emergenziale non risolve nulla
  3. far capire che servono politiche abitative di tipo nuovo:
    - con fondi sociali
    - con fondi di contributo all'affitto legati ad affitto a canone equo.
    La rendita da locazione è legittima ma va governata.
  1. Far capire che serve assistenza e accompagnamento sociale agli sfrattati.
    Tutti abbiamo attaccato la logica dei residence. Ma almeno era una risposta. Bisogna trovare una risposta più coerente, più sana, ma che possa offrire una soluzione. La soluzione non può essere sfrattare e dire di fare domanda di casa popolare, quando sai che aspetti almeno 10 anni per averne una.
  2. Incrementare gli alloggi a canone popolare e a canone sociale.
    Fare in modo che ci sia una certezza: che non si costruisca più. Roma ha un patrimonio. Ma serve un sistema di usare quello che c'è e che è in disuso. Serve intervenire su quel patrimonio per realizzare alloggi.
  1. E' fondamentale che le persone che sono state costrette ad occupare non siano criminalizzate. Perchè dire di fare domanda di casa popolare non è una risposta, se ci vogliono 10 anni. E la risposta non può essere accettare la passivizzazione e la disgregazione del nucleo famigliare. Madre e bambino collocato in comunità. Il padre al centro di prima accoglienza per senza fissa dimora. 
Non chiediamo una rivoluzione bolscevica.
Non chiediamo di negare il diritto alla proprietà privata.
Chiediamo che la proprietà individuale non sia in situazione conflittuale con l'interesse collettivo.
Non è previsto dalla costituzione il diritto alla casa.
Ma la costituzione dice che la proprietà privata non deve confliggere con l'interesse collettivo.

Allora che fare?
  1. mappatura del patrimonio vuoto
  2. in legge finanziaria regionale stabilire un finanziamento stabile del processo
  3. bloccare ogni vendita di patrimonio pubblico 
  4. stabilire una normativa regionale che consenta una commissione di graduazione degli sfratti 
  5. investire sul pubblico invertendo la pratica di ridimensionamento e privatizzazione 

La specificità delle Acli parrebbe quella di non avere specificità -

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