Di internet e di a cosa servono le chiappe...


Della prima edizione del Cluetrain Manifesto avevo parlato in  La progettazione sociale può creare nuovo lavoro?

Era quella che iniziava con: 
I mercati sono conversazioni. I mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici. Le conversazioni tra esseri umani suonano umane. E si svolgono con voce umana.
E dichiarava che:
Le aziende che parlano il linguaggio dei ciarlatani già oggi non stanno più parlando a nessuno. Se le aziende pensano che i loro mercati online siano gli stessi che guardavano le loro pubblicità in televisione, si stanno prendendo in giro da sole. Le aziende che non capiscono che i loro mercati sono ormai una rete tra singoli individui, sempre più intelligenti e coinvolti, stanno perdendo la loro migliore occasione. Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati. Se non lo capiscono, potrebbe essere la loro ultima occasione. Le aziende devono capire che i loro mercati ridono spesso. Di loro. Le aziende dovrebbero rilassarsi e prendersi meno sul serio. Hanno bisogno di un po’ di senso dell’umorismo. Avere senso dell’umorismo non significa mettere le barzellette nel sito web aziendale. Piuttosto, avere dei valori, un po’ di umiltà, parlar chiaro e avere un onesto punto di vista.
Era il 1999. Ecco ora la seconda edizione. E' (di nuovo) una lista di tesi (che in questo caso si chiamano indizi). La prima lista era di 95. Questa di 121. Su Linkiesta.it l'edizione integrale in italiano. Ok, nessun seguito viene bene come il primo. Però anche qui  ci sono piste interessanti:

C'è il dato poetico (suggerito da Luisa Carrada - Il mestiere di scrivere):
Ogni link, da parte di una persona che ha qualcosa da dire, è un atto di generosità e altruismo, che chiede ai lettori di abbandonare la pagina per guardare come appare il mondo agli occhi di qualcun altro. 
Il mondo si offre davanti a noi come un buffet, eppure continuiamo a mangiare bistecca e patate, agnello e hummus, pesce e riso, o vattelappesca.
C’è così tanta più musica nel mondo.
C'è il tentativo di rispondere alla domanda di fondo... ma... alla fine... cosa è Internet? Su Pagina99  David Weinberger (uno degli autori del Manifesto) ne parla come di 


uno spazio sociale in cui le persone possono parlare con la propria voce, di ciò che a loro interessa ed è importante per loro, connettendosi con altri con gli stessi interessi. 
Internet, come la gravità, è indiscriminata nella sua attrazione. Ci mette insieme, il giusto e l'ingiusto allo stesso modo. 
Il Web è un gigantesco, semieterno regno di oggetti esplorabili nelle loro fitte interconnessioni. (Se suona familiare, è perché anche il mondo è così). 
I politici devono ora spiegare le loro posizioni ben oltre il vecchio volantino elettorale ciclostilato.  
C'è l'idea di tribù. Del come si aggregano le persone (e se non fosse solo in internet? Se fosse qualcosa di cui tenere conto in generale?) 
Terreni condivisi generano tribù. La solida terra del Mondo ha tenuto distanti le tribù, permettendo loro di sviluppare incredibili diversità. Esultate! Le tribù hanno dato vita al Noi contro Loro e alla guerra. Esultate? Mica tanto. 
Su Internet, la distanza tra le tribù parte da zero. 
Apparentemente, essere capaci di trovarci l’un l’altro interessanti non è così semplice come sembra.
C'è la libertà (presente ed apparente) 
Le pagine web sono connessione. Le app sono controllo. 
Se lasciamo il web per un mondo di app, perdiamo i beni comuni che stavamo costruendo assieme. 
Ogni nuova pagina rende il Web più grande. Ogni nuovo link rende il Web più ricco. Ogni nuova app ci dà qualcosa da fare sull’autobus. 
Se Facebook è la vostra esperienza della Rete, allora vi sono stati messi addosso degli occhiali da un’azienda che ha concordato con i suoi azionisti di impedirvi di toglierli.
E c'è la privacy
Con una probabilità che si avvicina all'assoluta certezza, ci pentiremo di non aver fatto di più per proteggere i dati dalle mani dei nostri governi e dai signori delle corporazioni.  
Il web ha a malapena superato la sua adolescenza. Ci troviamo all'inizio, non alla fine, della storia della privacy.  
Potremo comprendere che cosa vuol dire privato solo quando avremo capito cosa vuol dire sociale. Abbiamo appena iniziato a reinventare il concetto.  
E non poteva mancare il gran finale:

Certo, Internet non ha risolto tutti i problemi del mondo. Ecco perché l'Onnipotente ci ha fatto dono delle chiappe: per farcele alzare dalla sedia.  
   

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