Non fare qualcosa al suo posto


di Simona Brambilla 
A proposito della relazione tra operatore ed utente dei servizi. Stamattina un signore di 78 anni semianalfabeta si è presentato allo sportello per chiedere la cittadinanza italiana (sì, 78 anni, e non è l’unico).
Ha passato la mattina ad andare e venire: ha recuperato un documento necessario in comune, è tornato da noi a vedere se andava bene, è uscito di nuovo per andare in posta, poi è tornato da noi a fare il punto di cosa mancava, prima di uscire di nuovo verso l’inps.
Ogni volta che tornava, mi trovava immersa in compilazioni di moduli, scansioni e registrazioni per la sua pratica.
Mi ha sorriso e mi ha detto: “Lei lavora ed io lavoro”.
Mi è sembrato molto bello, sentivo che il mio lavoro di operatrice non era solo di fare qualcosa al posto suo, ma di aiutarlo ad attivare le sue risorse.
Una relazione attiva tra operatore e utente, non passiva; costruttiva per entrambi; complementare.
Spesso non è così (anche nel rapporto operatore/utente di conflitto ce n’è, eccome… e spesso è difficile da gestire!) ma quello di oggi è stato un bel momento, uno scorcio dell’obiettivo verso cui tendere.

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