Welfare trasnazionale - La frontiera esterna delle politiche sociali

Ottobre 2012 

Un approccio trasnazionale per un cosviluppo realmente sostenibile e dignitoso per tutti
L'intervento in occasione della presentazione del libro "Welfare transnazionale. La frontiera esterna delle politiche sociali ", a cura di Flavia Piperno e Mara Tognetti Bordogna, il 17 ottobre 2012  a Roma.
Il mio punto di vista è quello di una presidente di una ong e di una persona che ha la responsabilità del tema della cooperazione internazionale in una grande associazione come le Acli. Personalmente poi in una vita precedente sono stata una assistente sociale. Il mio approccio a questo libro quindi non parte dal tema migratorio come le persone che mi hanno preceduto, ma da un tema complementare che si intreccia con le riflessioni sulla cura.
Da questo punto di vista molto soggettivo provo a dire qualcosa rispetto a questo libro con una premessa e la sottolineatura di alcuni termini e concetti che ho trovato in questo libro e che mi pare siano utili alla riflessione comune.
La premessa è sul genere. Questo è un libro scritto da due donne e che racconta di storie in cui le donne sono spesso protagoniste. E non mi pare una coincidenza. Non sostengo la superiorità di un genere rispetto all'altro. Ma credo che questo sia un libro che prova a connettere e a collegare temi e ambiti diversi. E credo che la capacità di trovare connessioni, di creare alleanze sia qualcosa di cui la specificità femminile è portatrice. E credo sia collegata anche con la capacità di innovazione e, concetto oggi di moda, con la capacità generativa. Che non è solo mettere al mondo e/o far nascere idee ma è anche accompagnarne i successivi percorsi e processi. I termini/concetti:
1. Sicurezza
Trovo che la declinazione data al termine sicurezza in questo libro sia molto interessante. La sicurezza è un concetto spesso collegato al tema della migrazione. Ma qui si stabilisce che non esiste solo la sicurezza che attiene alla chiusura dei confini, alla separazione per proteggere noi (buoni) dagli altri che arrivano (diversi, altri, potenzialmente pericolosi anche solo perchè competitors). Qui si declina il legame tra sicurezza e migrazione pensando alla sicurezza sociale, che per essere realmente sociale non può che essere di tutti. Tutti che comprende chi sta qui, chi si sposta, ma anche chi resta a casa (altrove).
2. Competenze
Per la soluzione dei problemi (tutti i problemi, non solo alcuni) oggi serve un approccio trasnazionale; nessuna risposta oggi può essere trovata solo in ottica locale; serve avere la capacità di sostenere la fatica e il disagio di uno sguardo strabico, che sia contemporaneamente qui e là. Se questo è il presupposto, è chiaro che il migrante è una risorsa. Non perché, in termini ideologici, è “buono”, ma perchè è realmente già immerso e portatore di questo approccio "strabico". Lo soffre, lo subisce a volte, ma comunque lo vive, lo contiene. E' un approccio di cui è competente e che "gli compete". E di questa competenza noi non possiamo fare a meno.
3. Diritti
Il migrante “altro da noi” che ci arriva in casa rende evidente e anticipa un problema che poi è anche nostro. Anche noi (i vecchi italiani) siamo migranti. E non solo perchè lo siamo stati in passato, come spesso ricordiamo. Anche noi ci spostiamo. Oggi. Più o meno temporaneamente. Più o meno circolarmente. Ci muoviamo per cercare soluzioni, per cercare innovazioni, per seguire passioni, per bisogno, per interesse.... Le migrazioni sono parte della nostra stessa esistenza. Ma le riposte ai bisogni, il riconoscimento dei diritti (del lavoro, ma anche sociali, di cittadinanza e a volte persino umani) sono ancora troppo legati ad un territorio, si fermano ancora ai confini di Stati Nazione che sanno di passato. Non funzionano più nemmeno per noi (vecchi italiani apparentemente stanziali). Ma i migranti che arrivano ci aiutano a rendercene conto. E segnano il bisogno di una portabilità dei diritti. Di diritti connessi alle persone e non ai luoghi.
4. Cooperazione
Tra qualche giorno ci sarà a Milano il forum della Cooperazione. In cui si cercherà (speriamo) di allargare lo sguardo sul tema, di approfondire l'approccio. Ma oggi pensiamo ancora troppo alla cooperazione come aiuto pubblico allo sviluppo. Come qualcosa relegato agli esperti, agli specialisti. Mentre questo libro mostra come non sia più possibile tenere separati gli ambiti. La cooperazione allo sviluppo da una parte e alle politiche nazionali dall'altra. Per le politiche ambientali è chiaro, ma anche per le politiche del lavoro, le politiche di welfare... nessuna politica può essere solo nazionale. E la cooperazione è lo strumento per uno sviluppo sostenibile di tutti. Se non diventa questo la cooperazione è destinata a scomparire per manifesta impossibilità di raggiungere il proprio obiettivo che è migliorare le condizioni di vita delle persone. Questo libro inoltre mostra nella parte delle esperienze come i soggetti della cooperazione non siano più solo le ong ma che associazioni, enti pubblici, mondo dell'impresa sociale, associazioni di migranti... tutti sono già oggi (e non solo in prospettiva) soggetti della cooperazione.
5. Cura
Il libro mostra in modo chiaro la catena della cura. Cura come mestiere prioritario della migrazione in Italia. Cura come problema che resta scoperto nei paesi di origine. Ma cura anche come sottolineatura di una diversa concezione rispetto alla semplice assistenza. L'assistenza assiste, sta a guardare. La cura contiene una dimensione maggiore di relazione, di affetto. E indica una via anche per il welfare e la cooperazione allo sviluppo. Se si vogliono raggiungere risultati significativi per le persone e per le comunità, non si può fermarsi alla semplice logica del progetto (2-3 anni, quando va bene, con inizio, fine, obiettivi, tempi, strumenti, tutto definito in anticipo, tutto deciso a priori...). Serve mantenere il rigore dei controlli ma anche arrivare alla logica della cura dei processi e della valorizzazione delle esperienze e delle potenzialità.
Solo un approccio che sappia declinare cura, cooperazione, valorizzazione delle risorse già presenti, capacità di connessione e alleanze. Può portare ad un cosviluppo realmente sostenibile e dignitoso per tutti.


L'Azione sociale delle Acli nelle Comunità di base - Giovanni Bersani - 1956

  Giovanni Bersani è MCL. Quando ho trovato questo testo (che è parte di un numero speciale di Quaderni di Azione Sociale che raccoglieva tu...