Accoglienza - Don Luigi Ciotti ai promotori sociali Patronato Acli
Una convivialità che demercifica - Tommaso Vitale
Per ripercorre quali sono i grandi punti di forza della ricerca sull’Associazionismo abbiamo bisogno di una visione attraverso il tempo.
Oltre la tentazione della realtà immediata - Ilvo Diamanti
In realtà io oggi sono… come dire - non dico felice, perché è una definizione indefinita - sono soddisfatto di essere qui, perché in qualche modo è un’occasione per ricongiungermi alla mia storia e alla mia biografia, per ricordarmi ciò che sono stato. E ciò che sono stato contribuisce a ciò che sono adesso, alla mia identità attuale.
La mia prima esperienza pubblica è nelle Acli. Avevo i capelli, avevo anche la barba fluente, ero giovane… In un dibattito mi hanno definito: “Una delle teste più lucide del nostro paese”. Che dire: la lucidità l’ho mantenuta. In questo caso la lucidità mi spinge ad individuare un percorso di comunicazione che parta da un battuta e da un frammento di storia comune per permettermi di inserirmi nelle vostre riflessioni, con ciò che dirà poi il collega Tommaso.
Anche io per tanti anni ho insegnato qui ad Urbino e lì, a Parigi. 30 anni ad Urbino e 27 anni a Parigi. Per lo più in contemporanea. Tenete conto di cosa potesse significare spostarmi di continuo, nella stessa settimana, prima a Parigi e poi ad Urbino. E dal punto di vista delle trasferte andare a Parigi era molto più semplice che venire ad Urbino! A chi (e c’era) mi chiedeva: “Ma come fai a fare una vita di questo genere? Ma sei matto?” Io lo guardavo come se il matto fosse chi poneva la domanda. “Ma ti rendi conto? Io ogni settimana vado in due dei luoghi più belli che conosca. Passo da avere di fronte la Basilica, in una piazza come questa, ad avere di fronte il Pantheon. E non solo: mi occupo di ciò che mi piace e mi interessa. Aggiungete che, per tutto questo, sono anche pagato! Di cosa dovrei lamentarmi?”.
Io oggi sono legato, doppiamente, a questo luogo e a questa occasione, perché ci siete voi e perché questo è il mio mondo. Qui ho anche cresciuto persone di qualità e valore che sono presenti anche oggi e che, per fortuna, oggi che sono pensionato, proseguono nella loro attività, di fatto riproponendo e portando avanti anche la mia attività.
L'Armonia degli sguardi - Presentazione del libro di Emiliano Manfredonia al Circolo Acli Universitario di Urbino
Pragmatici esercizi di umanità, spostamenti e trasformazioni.
Per una ricostruzione aclista del decennio 1969-1979 - Domenico Rosati
Per una ricostruzione aclista del decennio 1969-1979
Domenico Rosati
1. Far riaffiorare le informazioni sommerse
Cade quest’anno il X anniversario dell’XI Congresso Nazionale delle Acli che si svolse a Torino dal 19 al 22 giugno 1969. Fu un congresso importante nella storia delle Acli: di svolta, come si disse allora e come poi risultò nei fatti. Conviene dunque riparlarne. Ma come?
Sul piano del metodo credo sia importante evitare due rischi: il primo è quello di “annegare” il Congresso di Torino, e ciò che rappresentò, nella rievocazione generale, per non dire generica, del contesto culturale, sociale, politico e religioso del 1969; e per stemperare così il senso di quella svolta considerandola un momento minore di una partita che, tutto sommato, si giocava e decideva altrove. L’altro rischio è quello di leggere le vicende solo attraverso le lenti deformanti di una ricostruzione esclusivamente “aclista”, con il risultato di dare al tutto un taglio intimistico e in fondo apologetico; e comunque, di presentare la vicenda Acli con un carattere di “centralità” che in effetti essa non ha avuto. E che non aveva neppure nel 1969, quando molti di noi ritenevamo che le Acli fossero il punto fermo su cui fissare la punta del compasso per tracciare il cerchio in cui rinchiudere l’universo.
Allo sforzo per evitare i due rischi si aggiunge, per me, una complicazione da non sottovalutare: il fatto che io non sono un osservatore estraneo e distaccato rispetto a quanto accadde prima, durante e dopo il Congresso di Torino. Con l’aggravante che ritrovandomi attualmente nella posizione di Presidente delle Acli, sono naturalmente indotto a leggere i dati di quanto accadde allora alla luce di quanto si è successivamente prodotto con la tentazione, neppure tanto implicita, di “giustificarmi”.
Naturalmente se questi scrupoli metodologici venissero fatti pesare in modo determinante si dovrebbe sospendere ogni ricerca e affidarsi, come si diceva una volta, al giudizio della storia che arriva più tardi, quando i cicli vitali sono definitivamente chiusi. Ma forse è possibile, con qualche cautela, evitare gli scogli più pericolosi e tentare un approccio ricostruttivo che non pretende affatto di dare un giudizio compiuto, ma vuole essere invece uno stimolo – se si vuole una provocazione – affinché da altre fonti d’acqua cominci a sgorgare, altre memorie si attivino, altri tasselli del mosaico possano accostarsi per consentire, a chi poi scriverà la storia completa, di lavorare su un tessuto di testimonianze il più possibile ricco e articolato.
Lo stato delle cose - in ascolto dei presidenti provinciali - Acli 2020
Era un periodo strano, c'era il Covid e, oltre ad essere rinchiusi in casa, c'era la sensazione che tutto attorno stava cambiando. Da questo, anche in vista del congresso, è partito un momento di ascolto di tutti i Presidenti provinciali, da cui questo lavoro di trascrizione ed analisi.
Ad ognuno veniva chiesto:
- una storia di solidarietà, un'immagine
- cosa hanno fatto "le tue Acli" in questa fase
- che ruolo per le Acli del futuro
E tutto questo è stato riletto trasversalmente per mettere in evidenza:
- le esperienze concrete
- le idee
- i riferimenti a persone o testi o organizzazioni (esterni a noi)
- i riferimenti a persone o circoli o parti di organizzazione (interni a sistema Acli).
A distanza di un mandato si potrebbe riprendere in mano per uno sguardo nel tempo...
A questo link è disponibile il file: In ascolto dei presidenti - 2020
L'Azione sociale delle Acli nelle Comunità di base - Giovanni Bersani - 1956
Giovanni Bersani è MCL. Quando ho trovato questo testo (che è parte di un numero speciale di Quaderni di Azione Sociale che raccoglieva tutti gli interventi del Convegno di Studi a Meldola, nel 1956 e che quell'anno era completamente dedicato all'Azione Sociale delle Acli.
Leggendolo l'ho trovato molto interessante e molto attuale. Descrive, tra l'altro, cosa, per le Acli e per i cattolici, è comunità. Mi è parso di intuire perchè, proprio attraverso di lui, qualche decennio fa si tentò un riavvicinamento tra Acli e Mcl, di cui io ero al corrente perchè il tramite tentato fu quello delle rispettive ong. Ma troppa acqua era passata sotto i ponti e nulla si riuscì a fare...
L'Azione sociale delle Acli nelle comunità di base - Giovanni Bersani
Appunti per una storia delle Acli attraverso i suoi progetti di società - Michele Giacomantonio - 1984
Prima, negli anni che vanno dal 1962 al 1970, con responsabilità regionali e provinciali, quindi dal 1970 al 1975 come esponente di una delle componenti che caratterizzavano allora la dialettica delle Acli (e specificamente quella di "sinistra"), infine dal 1975 ad oggi facendo parte della presidenza delle Acli, con un ruolo diretto nell'elaborazione del nuovo progetto.
Non sono presidente di una organizzazione, sono presidente di un problema, che esisterebbe anche se le Acli non ci fossero - Domenico Rosati 1985
Domenico Rosati
Cosa posso aggiungere ad una così completa rievocazione, che ha riproposto qui l’itinerario delle ACLI di Lecco, delle vostre Acli, di quelle che voi avete conosciuto e costruito, dentro le quali avete realizzato la vostra esperienza? Al livello e nell’ambito in cui avete rievocato il vostro vissuto io non posso veramente aggiungere niente, se non un commento o un’impressione. Ma non è questo che voi aspettate, penso.
Consentitemi subito una sottolineatura: io non metterei fuori campo l’emotività dei sentimenti, che ho colto qui nelle parole e nelle voci di Bertelè, ma anche di altri. Le persone che hanno fatto una grande organizzazione, che ha immerso i suoi primi 40 anni dentro una storia così complessa come quella del nostro paese, possono avere bene il diritto (e il dovere anche) di commuoversi quando ricordano le vicende, quando rammentano le figure dei protagonisti e dei militanti.
Io sono convinto che il non reprimere la ricchezza dei sentimenti è una qualità caratteristica della nostra organizzazione. E nel sottolinearlo, penso ad uno dei nostri presidenti nazionali che non c’è più, che è scomparso giovanissimo, all’improvviso: Marino Carboni, il quale, entrato nel 1976 nella vicenda politica, entrato insieme all’amico Citterio – mi diceva pochi giorni prima di morire: Ho nostalgia delle Acli, perché nell’ambiente in cui mi trovo vige una durezza di rapporti che da noi è sconosciuta.
Sia chiaro, lo dico soprattutto per gli ospiti, le Acli non sono un’organizzazione di angeli: dentro le Acli si è praticato il gioco maschio (come usa dire Giovanni Bianchi che è di queste parti) si è battagliato aspramente su questioni vere e meno vere, sempre però con grande impegno e grande dinamismo. Non si tratta qui di mettere la cornice ad un quadretto sulla coltivazione dei buoni sentimenti. Ma trascurare il dato sarebbe non comprendere le Acli: parlo di questi elementi di rispetto, di fiducia reciproca, di capacità di superare, sul piano dei rapporti personali, le difficoltà della contrapposizione politica. Sono tanti anni ormai che sono presidente nazionale delle Acli – forse troppi – ma sento di poter dire che personalmente non ho nemici, o per lo meno non mi sento nemico di nessuno dentro le Acli. E’ comunque questa, la prima notazione che volevo fare. Mi pare significativa e distintiva.
Se non ha ciò di cui hai bisogno cambia
"Se non ha ciò di cui hai bisogno cambia. Partner. Negozio. Banca". Va bene che i rapporti non siano tutti eterni. Però che il cam...

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Qualche domenica fa all’Angelus il Papa è intervenuto con ” Non si commette il male perché si prega . Se qualcuno commette un male contro il...
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